Come anticipato nei giorni scorsi, la FISH (Federazione per il Superamento dell’Handicap) è impegnata sul fronte della revisione delle Tabelle di Invalidità Civile, rispetto alla quale è stato presentato recentemente uno schema di Decreto, che verrà presto esaminato dalla Camera, con una presumibile convocazione della stessa FISH, per un’audizione.
La puntuale analisi svolta dai tecnici della FISH sul testo del Decreto – per evidenziarne le ripercussioni che esso potrebbe avere per le condizioni di vita delle persone con disabilità – porta a una serie di giudizi categorici e inappellabili. «La Federazione – si legge infatti in un comunicato – ravvisa innanzitutto una patente violazione dei princìpi contenuti nella Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, poiché si mira a definire le patologie, senza alcun riferimento agli ostacoli e ai disagi causati alle persone dall’ambiente circostante, dall’assenza di inclusione e di pari opportunità».
In sostanza, secondo la FISH, «quel testo è stato predisposto non in funzione del diritto alla salute delle persone ma, dichiaratamente, quale strumento (inefficace) di contrasto al cosiddetto fenomeno delle “false invalidità”». In tal senso, esso viene ritenuto «uno strumento inadeguato», ma anche «arretrato scientificamente: infatti, vi si fa ancora riferimento al concetto, inventato nei primi anni del secolo scorso, di “incapacità lavorativa generica”».
E ancora, si annota che «la gran messe di nuove certificazioni specialistiche richieste comporterà un disagio per i Cittadini e un aumento di costi per il Servizio Sanitario Nazionale, dal momento che aumenteranno le visite, soprattutto per le patologie degenerative. Qui colpisce anche l’assenza di attenzione e delicatezza nei confronti dei bambini con disabilità, per i quali è previsto un identico iter e la medesima procedura che per gli adulti».
«E colpisce anche – conclude il comunicato della Federazione – la totale assenza di definizioni e orientamenti per l’individuazione dei requisiti utili alla concessione dell’indennità di accompagnamento, che per altro costituisce la maggiore voce di spesa di questo comparto, pari a 13 miliardi all’anno. Il Ministero, su questo, sembra voler continuare a lasciare “carta bianca” all’INPS».
«In questi giorni – sottolinea Pietro Barbieri, presidente della FISH – il nostro Direttivo si è riunito per definire nel dettaglio la posizione e le azioni da intraprendere. La prima è la richiesta al ministro della Salute Renato Balduzzi di ritirare il provvedimento. In caso contrario seguiremo la via dei tribunali, per contestare una norma contraria al buon senso, prima ancora che alle Convenzioni internazionali». (S.B.)
Per ulteriori informazioni: ufficiostampa@fishonlus.it.
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