In favore del casco integrale per tutti

Chi ha vissuto sulla propria pelle un grave incidente di moto, riportando serie lesioni, ma salvandosi la vita grazie ad un casco integrale, conosce bene l'importanza di quest'ultimo. Ed è proprio partendo dalla sua esperienza personale che Rodolfo Manfredi ha lanciato una petizione internazionale in favore del casco integrale, oltre che per migliorarne le attuali caratteristiche

«Ogni anno – ci scrive Rodolfo Manfredi – a causa delle migliaia d’incidenti in moto sulle strade, tante sono le vittime, mentre molte altre riportano gravi lesioni cerebrali. E questo succede spesso per colpa di un casco inutile, gestito male o che oppure non c’era proprio».

Lanciata una petizione internazionale in favore del casco integralePartendo dunque dalla propria vicenda personale di quarantasettenne ex motociclista ora in carrozzina a causa di un grave incidente, ma vivo grazie al casco, Manfredi ha lodevolmente lanciato una petizione internazionale in tre lingue (italiano, inglese e spagnolo) a favore dell’uso del casco integrale, oltre che per migliorare le caratteristiche di quelli che non sono a norma.
«Oggi – aggiunge il promotore dell’iniziativa – nessuno dice che bisogna acquistare un buon casco su misura, a norma europea, allacciarlo bene e conservarlo al meglio (ad esempio senza adesivi o colori che ne possano alterare la composizione), ma sempre e soprattutto integrale. Infatti, in caso di collisione delle cosiddette “zone mortali” della testa (ad esempio sotto il naso), anche a basse velocità, il casco non integrale diventa inutile, senza dimenticare, oltretutto, che i caschi sono omologati per una velocità di collisione di soli 27 chilometri all’ora!».

A parere di Manfredi, i problemi in questo ambito derivano anche, oltre che dal disinteresse di molte istituzioni, dal “silenzio” delle case costruttrici, che non si espongono contro i caschi non integrali (i più venduti anche perché i più economici).
«Casco integrale – conclude Manfredi – significa anche un’integrazione essenziale alle altre protezioni, sia attive che passive, ma soprattutto al corretto e rispettoso comportamento stradale, verso gli altri, verso noi stessi e verso il nostro mezzo».
(S.B.)

Gli interessati possono aderire alla petizione cliccando qui.
Per ulteriori informazioni:
Rodolfo Manfredi, freeworldforall@libero.it.
Share the Post: