Dopo la dura presa di posizione diffusa nei giorni scorsi dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), che ha definito come «un atto gravissimo, una decisione politica che colpisce i più poveri, espropriandoli di una pensione dall’importo risibile», quella parte della Circolare n. 149 dell’INPS (28 dicembre 2012), ove si è stabilito che il limite reddituale per le pensioni di invalidità civile prenda in considerazione anche quello del coniuge, si esprime su toni pressoché analoghi anche SFIDA (Sindacato Famiglie Italiane Diverse Abilità), che in una nota giudica il provvedimento come «una scelta priva di qualsiasi fondamento giuridico, dettata da logiche economiche volte solo a far cassa sulla pelle sempre e comunque di una fascia sociale che sta già contribuendo a tutto tondo a risollevare le sorti di un Paese che solo in teoria dimostra di attenzionare le classi sociali più deboli, mentre nei fatti le bombarda e si accanisce contro di loro».
«Se questo è il modo con cui si intendono tutelare le fasce più deboli e le famiglie – dichiara Dino Di Tullio, segretario nazionale di SFIDA – prendiamo atto che in un Paese che si vanta di mettere al primo posto la Famiglia, quale istituzione fondamentale di una Società civile e democratica, non esiste più lo stato di diritto, sostituito da inutili e bieche scelte economiche che mirano all’annientamento delle famiglie con disabilità!».
In tal senso, i rappresentanti dell’organizzazione, chiedendo con forza all’INPS di rettificare la Circolare «nella parte in cui lede profondamente i diritti degli invalidi totali, titolari di pensione di invalidità», si dichiarano «pronti a tutelare le famiglie nelle sedi ritenute più opportune, per difendere per l’ennesima volta Diritti costituzionalmente sanciti, ma amministrativamente lesi, solo per mere ragioni di bilancio». (S.B.)
Per ulteriori informazioni: infosfida@tin.it.
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