Vite indegne di essere vissute. Se n’è parlato molto anche su queste pagine, in occasione del Giorno della Memoria. Erano quelle delle persone con grave disabilità alle quali in Germania fu tolta la vita nel periodo nazista, con il supporto del sistema sanitario tedesco, non solo per migliorare la razza, ma anche per ridurre drasticamente i costi pubblici per il loro mantenimento.
Si possono tuttavia annientare le persone con disabilità in tanti modi, non solo con le iniezioni letali o con le camere a gas, ma anche togliendo loro ogni sussidio, come si tentò di fare soprattutto nel corso di una manovra approvata dal nostro Governo nazionale nell’estate del 2011 [se ne legga ampiamente nel nostro giornale, cliccando qui, N.d.R.], in un silenzio assordante, con la previsione di ben 40 miliardi di tagli per la riforma fiscale e assistenziale, finora per fortuna non attuata.
Allora furono pochissime le dichiarazioni pubbliche di condanna, ma di ciò non si parla nemmeno ora in campagna elettorale e questo è motivo di grande preoccupazione per il futuro.
Genitore di un ragazzo con grave disabilità.
Articoli Correlati
- Lo sterminio delle persone con disabilità come “prova generale” «Seguendo la cronologia delle operazioni di sterminio naziste - scrive Domenico Massano - si può ragionevolmente concludere che essendo stato l’omicidio delle persone con disabilità il primo, precedendo quello degli…
- L’uccisione delle persone con disabilità primo capitolo della "soluzione finale" «Seguendo la cronologia delle operazioni di sterminio naziste - scrive Domenico Massano in questo approfondimento cui diamo spazio nell'imminenza della Giornata della Memoria del 27 gennaio -, si può dire…
- Quel primo Olocausto Oggi, 27 gennaio, è il Giorno della Memoria, ricorrenza dedicata ai milioni di vittime dell’Olocausto, ebrei, dissidenti politici, rom, omosessuali, che perirono per la folle teoria della “razza pura”. Prima…