Niente più scuse, per rifiutare o ritardare supplenze brevi

Con una recente Nota, infatti, il Ministero dell’Istruzione ha stabilito che dall’inizio di quest’anno non siano più le singole scuole a dover pagare le supplenze brevi. Le scuole stesse, quindi, non potranno più rifiutare o ritardare la nomina di supplenti - compresi i docenti per il sostegno -, motivando ciò con il fatto che non vi siano fondi in cassa

Ragazzi di scuola media in classeCon la Nota Protocollo n. 8110/12, prodotta il 17 dicembre scorso, il Ministero dell’Istruzione ha stabilito che dal 1° gennaio di quest’anno le supplenze brevi non vengano più pagate dalle singole scuole, ma che invece sia il Ministero stesso, mese per mese, a trasmettere al Dicastero al Ministero dell’Economia e delle Finanze l’importo netto che dovrà essere pagato per ciascuna supplenza breve.
Questa nuova procedura eviterà quindi alle scuole di dover anticipare spese che difficilmente il Ministero è stato in grado di rimborsare. Ovviamente, i supplenti riceveranno il pagamento con un certo ritardo rispetto alla prestazione effettuata.

Ciò che però in questa sede è più importante segnalare è che le scuole non potranno più rifiutare o ritardare la nomina di supplenti – compresi i docenti per il sostegno -, motivando ciò con il fatto che non vi siano fondi in cassa.
Conseguentemente, riteniamo che le famiglie debbano insistere per l’immediata nomina di supplenti, evitando così che le scuole utilizzino impropriamente – per le supplenze stesse – i docenti per il sostegno o i docenti curricolari (che in tali casi perdono la compresenza con quelli per il sostegno) oppure che ripartiscano gli alunni privi del docente in altre classi, causando un intralcio alla didattica e di fatto un’interruzione di pubblico servizio, oltre al mancato rispetto delle norme sulla sicurezza delle aule. (Salvatore Nocera)

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