In quel “Giardino degli Angeli”

di Marta Pellizzi*
Inaugurato nel 2008, per ricordare la piccola Sara, luogo “da fiaba”, tra profumi intensi, piante, fiori e musica che esce da ogni dove, Il Giardino degli Angeli - ottimo percorso sensoriale anche per le persone con disabilità visiva - è stato realizzato dall’omonima Associazione di Castel San Pietro Terme (Bologna) e merita certamente di essere conosciuto il più possibile
Giardino Segreto nel Giardino degli Angeli di Castel San Pietro Terme (Bologna)
Un’immagine del Giardino Segreto, una delle zone del Giardino degli Angeli, a Castel San Pietro Terme (Bologna)

Se di amore si vive, allora è anche con l’amore che si può superare il dolore ed è proprio questa una delle sensazioni che si ha varcando Il Giardino degli Angeli, un magnifico complesso verde a Castel San Pietro Terme (Bologna), inaugurato nel 2008, allo scopo di commemorare e ricordare Sara, uno degli “angeli” che in seguito a una rara malattia è volata via troppo presto.

Questo luogo dalla bellezza unica ed estasiante ha un altro particolare significato. È infatti anche un ottimo percorso sensoriale per chi è minorato visivamente. Facilmente accessibile e fruibile in tutte le sue parti, in esso vi si possono toccare le piante, scoprirne i profumi inebrianti e ascoltare tanta musica. La sua forma a cuore, poi, è decisamente il simbolo dell’amore di chi ha fortemente creduto di realizzare un posto per far rivivere e raccogliere tutto di Sara. Un posto stupendo, che è un po’ come un album, una raccolta di ricordi e di avvenimenti attraverso la natura.
Sin da quando vi si entra, si può godere della musica che esce da ogni angolo. Camminando, poi, si ha la sensazione di tornare bambini, tra intensi profumi e le piante e i fiori che sono come lo scenario perfetto di una favola.

Ciò che colpisce è la dedizione dei volontari e dei genitori di Sara [tramite l’Associazione Il Giardino degli Angeli, N.d.R.], che attraverso questa realizzazione esprimono emozioni. Muoversi sui viottoli che costeggiano le piante è rilassante e poter consentire anche a chi non vede di toccare, è sinonimo di grande integrazione e occasione di conoscenza della flora.
Eppure, sentire attraverso la natura il richiamo dei sentimenti è ciò che accompagna il cammino lungo i sentieri di questo cuore fiorito. Rivivere una persona attraverso ciò che può sembrarci utile è l’unico modo per sopravvivere al dolore. Vivere diviene duro, insopportabile e l’esigenza di aggrapparsi anche a un fiore è l’unico modo per respirare ancora.

Nulla può sostituire gli angeli che con dolore ci hanno lasciato e mai ci lasceremo andare all’accettazione di ciò; però, poter continuare a ricordare le cose belle vissute è anche un modo per esprimere agli altri la voglia di vita e la voglia di dire che bisogna andare avanti, anche se è difficile.
E forse i momenti difficili possono anche essere superati, respirando quella natura, fresca e ingenua che Il Giardino degli Angeli compone, magari passeggiando scalzi con un Eppure sentire di Elisa, come sottofondo musicale, nella speranza che un leggero vento ci faccia capire che gli angeli ci sono.

Il presente testo è già apparso nel blog creato da Marta Pellizzi “True Realities – Vere Realtà (di talento)”, con il titolo “Si chiama ‘Il giardino degli angeli’: un luogo da raccontare e da vivere” e viene qui ripreso – con alcuni riadattamenti al diverso contenitore – per gentile concessione.

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