Il Centro Nazionale per il Volontariato (CNV), anche a nome di tutte le sue organizzazioni aderenti, ha espresso il proprio cordoglio per la scomparsa di Monsignor Giovanni Nervo, uno dei fondatori della Caritas, «infaticabile animatore di esperienze e testimonianze di solidarietà – come si legge in una nota del Centro -, punto di riferimento centrale per il mondo del volontariato italiano, sempre da lui difeso e spronato a non smarrire i propri valori autentici».
«L’Italia della solidarietà – dichiara il presidente del CNV Edoardo Patriarca – perde uno dei suoi punti massimi di riferimento. Vogliamo ricordare Don Giovanni Nervo anche rinnovando la sua memoria, la sua opera e i messaggi che ha lasciato in eredità al volontariato italiano. Nell’ultima intervista rilasciata pochi mesi fa, al nostro web-magazine “Volontariato Oggi”, Don Nervo definiva la lotta alle disuguaglianze il problema più grave per l’Italia di oggi, ancora più grave della povertà che ne è conseguenza. E invitava a lavorare per l’integrazione culturale e sociale degli immigrati perché sono parte del nostri futuro. Nervo ha lasciato un messaggio forte ai giovani italiani che vogliono fare volontariato: se il volontariato è autentico, è più quello che si riceve che quello che si dà».
«Oggi – sottolinea ancora Patriarca – il nostro Paese ha estremo bisogno dell’eredità storica e culturale di personaggi come Don Nervo. Il CNV lavorerà affinché il suo lascito di idee venga diffuso e praticato, perché la sua memoria e quella di tutti i padri e le madri del volontariato italiano sia fatta vivere. È una fiammella di speranza che non deve spegnersi mai».
Il Centro ha inviato anche alla Diocesi di Padova e alla Fondazione Zancan – di cui don Nervo era presidente onorario – un messaggio di vicinanza, ricordando le tante volte in cui insieme alla fondatrice del Centro stesso, Maria Eletta Martini, aveva contribuito ad animare i convegni del volontariato e le attività del CNV nel corso della sua storia quasi trentennale.
Dal canto suo, anche Pietro Barbieri, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore, ha voluto ricordare Monsignor Nervo come «un fondamentale animatore di riflessione e confronto trasversale, con la sua viva volontà di raccogliere testimonianze di disagio sociale, in modo mai disgiunto dalla ricerca di soluzioni sostenibili. Un testimone che ha fatto scuola e che ci mancherà, in un momento critico – ma anche di svolta – come quello attuale». «La sua onestà intellettuale e la sua preparazione culturale rappresentano per tutti noi, comunque la si pensi, un vero esempio». (S.B.)
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