«L’ospitalità non è una cosa che si impara a scuola. È una cosa che hai nel sangue, nel DNA, è qualcosa che respiri nell’aria del luogo dove nasci, che cresce nella terra. L’ospitalità ha qualcosa di magico, trasforma una giornata qualunque in una giornata speciale. L’ospitalità è fatta di gesti, grandi o piccoli. A volte non servono striscioni, bande musicali, fasce tricolori e chiavi della città: basta uno sguardo. O un minimo accorgimento. L’ospitalità è una cosa meravigliosa. L’ospitalità ti fa sentire bene e fa sentire bene gli altri. Ospitalità significa aprire la tua casa, il tuo albergo, le tue braccia al mondo. O anche solo spostarsi, perché qualcun altro possa godersi lo spettacolo. L’ospitalità è un segno di grande civiltà, è un tratto che nobilita noi e il nostro Paese. L’ospitalità è una cosa semplice, umile, ordinaria, ma i suoi effetti sono straordinari. Ospitalità significa rimuovere qualche ostacolo e rendere tutto più accessibile… per tutti. Un Paese più ospitale è un Paese migliore».
È questo il testo a corredo del video intitolato Un Paese ospitale, diretto da Aldo Bisacco e promosso, in collaborazione con la UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), dal Ministro per gli Affari Regionali, il Turismo e lo Sport, nell’àmbito delle attività del Comitato per la Promozione e il Sostegno del Turismo Accessibile.
Il filmato – che in queste settimane viene trasmesso da numerosi emittenti e anche sulle reti RAI – si avvale della produzione esecutiva di Kinesis Film. Vi si racconta la storia di una coppia che visita l’Italia, lui in carrozzina (lo stesso Aldo Bisacco), lei no (l’attrice Francesca Valtorta). Si tratta di una sorta di “diario di viaggio”, con particolare attenzione alla composizione, alla bellezza del paesaggio e ad alcuni scorci architettonici delle città, da Nord a Sud del Paese, dando visibilità a luoghi noti e meno noti. (S.B.)
Il video Un Paese ospitale è disponibile in YouTube, in italiano (sottotitolato), in inglese (sottotitolato) e anche in inglese, con sottotitoli in spagnolo. È stato realizzato anche in sanscrito, con sottotitoli in aramaico.
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