Sono ormai operanti dal 2005, in tutte le province dell’Emilia Romagna, i CAAD (Centri per l’Adattamento dell’Ambiente Domestico), che si occupano di informare e fornire consulenze, anche tramite sopralluoghi, su tutto quanto può essere modificato nelle case delle persone con disabilità e degli anziani, per renderle più vivibili, facilitare l’autonomia e favorire il lavoro di cura di familiari e operatori.
Nello specifico, gli interventi di tali strutture – alla cui filosofia di lavoro dedichiamo qui di seguito uno specifico documento prodotto dal CAAD di Bologna – fanno riferimento all’ambito delle barriere, degli ausili, delle tecnologie, delle automazioni, del controllo ambientale e della domotica e vengono realizzati da un’équipe multidisciplinare che integra le competenze riabilitative, sociali, architettoniche, ingegneristiche e tecnologiche.
A tutto ciò il CAAD del Comune di Bologna dedicherà venerdì 25 gennaio il seminario Abitare senzabarriere: verso una progettazione di qualità (presso la sede del Settore Consulenza del CAAD di Bologna, Polo Multifunzionale dell’AUSL “Corte Roncati”, Via Sant’Isaia, 90, ore 15-18.30), promosso in collaborazione con il Centro Regionale Ausili dell’AUSL di Bologna.
L’appuntamento – rivolto particolarmente alle figure tecniche del settore edilizio, quali architetti, ingegneri, geometri e periti edili – servirà ad illustrare le linee di intervento regionale, gli aspetti legislativi, i nodi della cultura progettuale, la rete delle risorse locali e alcuni emblematici casi studio.
Il seminario – che è stato preceduto da un incontro con gli ordini e i collegi professionali di ingegneri, architetti e geometri – verrà aperto da Raffaele Tomba del Comune di Bologna.
Saranno poi presenti Luigi Mazza della Regione Emilia Romagna e Claudio Bitelli del Centro Regionale Ausili, che si soffermeranno sul tema Strategie regionali per la domiciliarità: risorse e servizi a disposizione dei progettisti; Corrado Tarasconi (La normativa per l’adattamento del domicilio: orientamenti e problematiche legislative); Leris Fantini del CRIBA (Centro d’Informazione Regionale sulle Barriere Architettoniche) di Reggio Emilia (Progettare e costruire con cultura e sensibilità nuove); Andrea Pancaldi del Comune di Bologna (Il CAAD di Bologna: uno strumento di collaborazione in un nuovo modo di pensare la casa); Viviana Brandan, Massimiliano Malavasi, Stefano Martinuzzi e Devis Trioschi (Un caso emblematico presentato dall’équipe di consulenza tecnica del CAAD di Bologna).
A conclusione del seminario – dopo il dibattito che coinvolgerà tutti i partecipanti – vi sarà una visita guidata all’Area Ausili del Polo Multifunzionale dell’AUSL di Bologna “Corte Roncati”, che ospita il Centro Regionale Ausili, il Centro Ausili Tecnologici, gli appartamenti domotizzati, la Mostra Ausili e il Settore Consulenza del CAAD. (S.B.)
Simona Muzzioli, tel. 051 6597711, caadconsulenze@ausilioteca.org
Per contattare il CAAD di Bologna:
caad@comune.bologna.it.
Il riconoscimento del ruolo sociale che i professionisti operanti nel mondo dell’edilizia rivendicano nel dare volto e sostanza ai luoghi del vivere implica un’assunzione di responsabilità: essere capaci di interpretare consapevolmente, in un’epoca di complessità, esigenze differenziate, ma radicate nel medesimo, inalienabile bisogno di trovare risposte all’Abitare.
La tensione ideale verso una città “per tutti”, senza barriere sociali o culturali, ci pone davanti alla prospettiva di progettare universalmente, assumendo il dato della “diversità” degli utilizzatori non come un problema, ma come un’opportunità di affinamento e arricchimento della progettazione.
La disabilità ci porta a ragionare alle condizioni limite di fruizione della progettazione: la sfida è fornire risposte non convenzionali, ma assumere la sfida di conferire, anche attraverso l’Architettura, pieno godimento dei diritti e delle libertà individuali, dignità e pari opportunità, autonomia e affermazione.
L’accessibilità deve diventare, in questa prospettiva, qualità intrinseca degli edifici e non pedissequa osservanza normativa o mero adempimento burocratico; le soluzioni da individuare non dovranno essere concepite come “diverse per la diversità” o “di aiuto” in un approccio compassionevole o assistenzialista, ma come opportunità di inclusione sociale per garantire l’autodeterminazione di tutti e la non discriminazione.
Dal riconoscere la difficoltà di un approccio che contempli molteplici prospettive e contributi di saperi diversi e specialistici, nasce l’esigenza di un confronto multidisciplinare che tenga conto delle problematiche delle persone con disabilità legate alla senescenza, a disabilità motorie o psichiche o sensoriali, al fine di offrire soluzioni orientate ad una migliore qualità della vita.
*A cura del CAAD (Centro per l’Adattamento dell’Ambiente Domestico) del Comune di Bologna.