«Promuovere, proteggere e garantire il pieno ed uguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità, e promuovere il rispetto per la loro intrinseca dignità»: è questo lo scopo della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, racchiuso nel primo articolo di quel Trattato, ma è anche la base della “battaglia” di Salvatore Cimmino, il quarantottenne nuotatore della Canottieri Aniene amputato della gamba destra, di cui il nostro giornale segue ormai da anni le “sfide impossibili” in tutti i continenti, con il suo giro del mondo a nuoto, denominato A nuoto nei mari del globo, patrocinato dal CIP (Comitato Italiano Paralimpico) e voluto per dare visibilità al progetto Un mondo senza barriere e senza frontiere.
Abbiamo seguito l’emozione, le gioie e le attese di Salvatore in Argentina, in Canada, in Nuova Zelanda, nella Repubblica Democratica del Congo, negli Stati Uniti, in Australia e lo facciamo naturalmente anche questa volta, in occasione del suo “ritorno a casa”, ovvero della nona tappa del giro del mondo, che sta per portarlo a nuotare in Liguria, sabato 6 luglio, nelle acque del Parco delle Cinque Terre, da Riomaggiore a Monterosso al Mare.
Solo una società accessibile può diventare una società ideale sarà invece il titolo della conferenza stampa di presentazione dell’evento, in programma venerdì 5 luglio, presso la Sala Comunale di Monterosso al Mare (Piazza Garibaldi, 35, ore 11).
Subito dopo la nuova “impresa” ligure, poi, Cimmino incomincerà a preparare la tappa successiva, che già nel prossimo mese di ottobre dovrebbe portarlo in Messico. Ma ci sarà tempo per parlarne.
Per il momento, quindi – oltre a segnalare la disponibilità del bel video relativo alla trasferta del febbraio scorso nell’isola australiana di Rottnest – chiudiamo con una frase recentemente pronunciata dal nuotatore campano, che ci sembra il modo migliore per dare ulteriore significato a queste sue iniziative: «Desideriamo che a livello globale si riesca a raggiungere un accordo su nuove azioni concrete per prevenire e, un giorno, mettere fine alla prigionia delle persone con disabilità, liberando le nostre città e la nostra società da tutte le barriere architettoniche e sociali che ancora oggi impediscono i diritti fondamentali come la mobilità, l’ indipendenza, l’ istruzione, il lavoro, in una parola il diritto di cittadinanza». (S.B.)
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