Un appello alle Regioni per i non autosufficienti

Lo firmano assieme la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap) e la FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali di Disabili), ovvero la quasi totalità delle organizzazioni italiane del settore, nell'imminenza della Conferenza Stato-Regioni del 20 marzo, per una ripartizione equa del Fondo per Non Autosufficienti alle persone che necessitano di assistenza

Personificazione della GiustiziaLa FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e la FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali di Disabili) – ovvero le due federazioni delle associazioni di persone con disabilità che raggruppano la quasi totalità delle organizzazioni italiane del settore – si sono rivolte ad un’unica voce alle Regioni, in vista dell’imminente incontro della Conferenza Stato-Regioni previsto per il 20 marzo prossimo.
Sul tavolo, tra gli altri temi, il decreto di riparto del Fondo per i Non Autosufficienti costituito con la Legge Finanziaria per il 2007 (296/06) e rifinanziato dalla recente Finanziaria per il 2008 (244/07), con 300 milioni di euro stanziati per quest’anno e 400 per il 2009.
Ma quali saranno i criteri di riparto fra le Regioni? E soprattutto quali saranno le condizioni per l’assegnazione delle prestazioni alle singole persone con disabilità non autosufficienti?

Proprio su questi particolari e delicatissimi aspetti la FISH e la FAND si sono direttamente rivolte ai vari assessori regionali che saranno presenti alla Conferenza del 20 marzo, con la preoccupazione – quanto mai fondata – che nella concessione dei servizi e dei supporti economici alle persone non autosufficienti si prenda ancora a riferimento il reddito familiare – attraverso la formula dell’ISEE [Indicatore della Situazione Economica Equivalente, N.d.R.] – e non già, solamente, quello della singola persona con disabilità.
Si tratta di un problema “antico”, paradossale e mai risolto. Infatti, il Decreto Legislativo 109/98 sulle prestazioni sociali (quello che ha introdotto l’ISEE), modificato nel 2000 dal Decreto Legislativo 130/00, precisa che per le prestazioni sociali agevolate assicurate «nell’ambito di percorsi assistenziali integrati di natura sociosanitaria, erogate a domicilio o in ambiente residenziale a ciclo diurno o continuativo», rivolte a persone con handicap permanente grave o non autosufficienti, va evidenziata la situazione economica del solo assistito e non quella dell’intero nucleo. In termini più semplici: in quei casi non si dovrebbe considerare il reddito dell’intero nucleo.
Quella disposizione rimanda per altro ad un decreto applicativo che nessun governo ha mai approvato, rendendo lettera morta quell’importante precisazione della quale invece stanno continuamente tenendo conto, anche in tempi recenti, gli ormai numerosi pronunciamenti della Magistratura in favore delle persone con disabilità [si leggano a tal proposito, in questo stesso sito, i testi intitolati Compartecipazione alle spese: una sentenza che fa scuola, Anche per il TAR delle Marche conta solo il reddito dell’assistito e Il diritto di «pagare il giusto», disponibili rispettivamente cliccando qui, qui e qui, N.d.R.].

L’appello agli assessori regionali di FISH e FAND ha quindi un significato profondo: rendere cioè esigibili quei diritti che il Legislatore stesso ha previsto, iniziando proprio dai “più deboli fra i deboli”, ovvero dalle persone disabili e non autosufficienti, quei gruppi di cittadini che necessitano di un maggior carico assistenziale. (Carlo Giacobini)

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