«Ancora una volta ci troviamo di fronte a una potenziale “bomba ad orologeria” per la persone con disabilità e per le loro famiglie, una situazione di pericolo e dubbio che non sappiamo come si evolverà»: questo il commento di Roberto Speziale, presidente nazionale dell’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), sul testo della Legge di Stabilità per il 2014, recentemente licenziato dal Consiglio dei Ministri e in attesa ora di passare all’esame del Parlamento.
«In questa bozza – dichiara infatti Speziale -, oltre al decremento dei finanziamenti per il Fondo Nazionale delle Politiche Sociali e per quello per la Non Autosufficienza, viene indicate la nuova possibile modalità per ottenere l’indennità di accompagnamento e anche la stretta sulle agevolazioni fiscali, due fattori che incidono ovviamente in maniera preponderante nella vita di chi ha una disabilità. Ebbene, nel primo caso, se le attuali notizie si rivelassero fondate e quel testo diventasse legge, a partire dal 1° gennaio 2014, le persone ultrasessantacinquenni con reddito (imponibile) superiore ai 40.000 euro annui (70.000 se coniugati), non avrebbero più diritto al beneficio, seppure in possesso dei requisiti sanitari oggi previsti. Inoltre, anche chi avesse un reddito imponibile al di sotto dei limiti fissati, superati però percependo l’indennità, riceverebbe un importo limitato al raggiungimento del limite stesso. E infine, chi fosse già titolare di indennità o avesse già ricevuto conferma del godimento della provvidenza economica, quando disponesse di redditi superiori ai limiti fissati, non avrebbe più diritto alla rivalutazione annuale della prestazione».
«Per quanto riguarda le agevolazioni fiscali – sottolinea poi il Presidente dell’ANFFAS -, è quanto mai probabile che il Governo proceda alla riduzione delle detrazioni IRPEF che oggi i contribuenti utilizzano al 19% e tra queste, oltre a ciò che riguarda i mutui o le polizze vita, rientrano voci più che note e ampiamente utilizzate, come le spese mediche e quelle per le persone con disabilità. Non dimentichiamo, infine, che il mondo della disabilità dovrà poi fare i conti anche con la questione del nuovo ISEE [Indicatore della Situazione Economica Equivalente, N.d.R.], che intende considerare come un reddito la pensione sociale e di invalidità».
«Abbiamo un ennesimo nuovo Governo – è il giudizio di Speziale -, ma ci troviamo ancora di fronte alla concreta possibilità di tagli indiscriminati, volti a colpire sempre gli stessi cittadini, quelli più fragili e discriminati, quando invece le risorse finanziarie necessarie al risanamento del Paese potrebbero essere reperite tramite altre modalità, ad esempio attraverso la riforma dei costi della politica o la definizione dei livelli essenziali e dei costi standard in sanità».
«A questo punto – conclude Speziale – ci chiediamo dove siano finiti gli impegni presi con il Programma d’Azione biennale sulla disabilità, anch’esso recentemente approvato dal Consiglio dei Ministri, su cui le persone con disabilità e le loro famiglie facevano affidamento, per vedere finalmente rispettati i loro diritti di pari cittadini, e ci chiediamo anche perché tutte le azioni in esso contenute non siano considerate un’opportunità di sviluppo per il Paese, ma semplicemente ignorate». (R.S.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: comunicazione@anffas.net.
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