Diabete: ultima chiamata per gli Assessori Regionali

Il diabete può consentire comunque di vivere in modo pieno oppure diventare una vera catastrofe, personale, sociale ed economica: tutto dipende dalla presenza o meno di cure appropriate. Oggi, però, solo poche Regioni stanno mettendo in pratica il Piano Nazionale Diabete e per questo, durante la Giornata Mondiale del Diabete del 9 e 10 novembre, si chiederà ai cittadini di firmare una cartolina, rivolta a tutti gli Assessori Regionali alla Salute
Giornata Mondiale del Diabete 2013
L’immagine simbolo della Giornata Mondiale del Diabete 2013

In mancanza di un Registro Nazionale, i dati relativi al diabete in Italia possono essere solo stimati. Nel 2011, quindi, 3 milioni di persone del nostro Paese affermavano di avere il diabete, ma è probabile che almeno un altro milione (forse un milione e mezzo) avessero questa malattia senza saperlo. In pratica il 9% delle persone fra 20 e 79 anni ha il diabete, così come il 20% delle persone più anziane, senza dimenticare 15.000 bambini e ragazzi con diabete di tipo 1 e le loro rispettive famiglie.

«Vogliamo che il 9 e 10 novembre, Giornata Mondiale del Diabete 2013 – commenta Salvatore Caputo, presidente di Diabete Italia, che fin dal 2002 organizza le manifestazioni italiane di questo evento – rappresenti una precisa attribuzione di responsabilità per gli Assessori Regionali alla Salute. Infatti, il diabete, di per sé, non impedisce a una persona di lavorare, di dare il suo aiuto in famiglia e alla collettività, di essere felice e creativo, in altre parole di vivere in modo pieno la propria vita. Richiede solo alcune attenzioni e sagge scelte di vita. Viceversa questa malattia può essere una catastrofe per la persona e per la famiglia, può costringere a lasciare il lavoro o a essere poco produttivi, a vivere e far vivere nell’ansia i propri familiari, distraendoli a loro volta dal lavoro e dalle attività di cura dei figli e dei nipoti. Può essere inoltre la prima causa di infarti, ictus, cecità, amputazioni. Una vera e propria “bolgia dantesca” di drammi personali e sociali e di costosissime cure dell’ultimo momento».
Ma che cosa fa la differenza, allora? La risposta è nota: cure appropriate, ovvero educazione, inquadramento specialistico, screening, farmaci, presìdi e motivazione necessaria. Ma chi deve erogare queste cure? I Servizi Sanitari Regionali. E come devono organizzarsi? Lo si scrive chiaramente nel Piano Nazionale Diabete, apparso nel febbraio di quest’anno in «Gazzetta Ufficiale», con tanto di firma della Conferenza Stato-Regioni, per disegnare obiettivi e suggerire metodi utili a un’assistenza ottimale delle persone con diabete.

«A questo punto – dichiara Caputo – non ci sono più scuse, né ha più senso baloccarsi con sperimentazioni e progetti di corto respiro. Sin d’ora potremmo trovarci con cinque milioni di persone con diabete mal curato e scompensato. Cinque milioni di persone che busseranno alla porta delle unità coronariche, delle dialisi, degli ambulatori oculistici, richiedendo pensioni d’invalidità e centinaia di ore all’anno di cure con un costo insostenibile per la società. Chi prospetta una ripresa economica e dimentica la ‘bomba diabete’ racconta solo favole!».
Il 9 e 10 novembre, dunque, durante la Giornata Mondiale del Diabete 2013 – evento che nel 2006 ha avuto il riconoscimento ufficiale dell’ONU e che nel nostro Paese coinvolgerà da cinquemila a diecimila volontari, tra medici, infermieri e persone con diabete – in molte delle cinquecento iniziative che si terranno in quattrocento città d’Italia, verrà chiesto ai cittadini di firmare una cartolina con cui chiedere al proprio Assessore Regionale alla Salute di fare la sua parte, attivandosi per mettere in atto i suggerimenti del Piano Nazionale Diabete.
Infatti, solo nove Regioni, finora,  hanno recepito ufficialmente il Piano, nemmeno cinque hanno intrapreso passi significativi per metterlo in pratica, cosicché le differenze fra l’assistenza erogata in una Regione e nell’altra, invece di ridursi si ampliano.
«A questo punto – conclude il Presidente di Diabete Italia – le Giunte Regionali che non fanno nulla o che fingono di fare si prendano le loro responsabilità. Questa è l’ultima chiamata e le Giunte che non recepiscono e non applicano il Piano Nazionale Diabete si prendono la responsabilità di lasciare indietro, forse per sempre, la loro economia e i loro cittadini». (Ufficio Stampa Giornata Mondiale del Diabete)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Ufficio Stampa Giornata Mondiale del Diabete (alberto@in-pagina.it).

Share the Post: