Si chiama Libertà e vita e riguarderà delicati temi bioetici la conferenza organizzata per sabato 23 novembre a Prato (Refettorio Maggiore del Conservatorio San Niccolò, PiazzaCardinale Niccolò, 6, ore 9.15-12.45), dalla Fondazione Conservatorio San Niccolò e dall’Unione Giuristi Cattolici della città toscana.
A introdurre i lavori – dopo i saluti di Foresto Guarducci, presidente della Fondazione Conservatorio San Niccolò e di Guido Giovannelli, presidente dell’Unione Giuristi Cattolici di Prato (nonché vicepresidente della Fondazione organizzatrice dell’evento – sarà Gabriele Scalini, docente di Storia e Filosofia al San Niccolò.
La prima sessione di testimonianze prevede poi la partecipazione di Beppino Englaro, presidente dell’Associazione Per Eluana e socio della Consulta Bioetica di Milano, Sibilla Santoni, avvocato del Foro di Firenze e presidente dell’associazione Dirittietorti e Fulvio De Nigris, direttore del Centro Studi Ricerca sul Coma e fondatore dell’associazione bolognese degli Amici di Luca.
Successivamente vi sarà il dibattito dedicato al tema Liberi nella vita, liberi nella morte, con Armando Massarenti, filosofo ed epistemologo, responsabile del supplemento culturale del «Sole 24 Ore – Domenica» e Andrea Nicolussi, docente di Diritto Civile all’Università Cattolica di Milano e membro del Comitato Nazionale di Bioetica.
Modereranno i lavori i giornalisti Giacomo Cocchi («Tv Prato»), Leonardo Biagiotti («La Nazione») e Pasquale Petrella («Il Tirreno»).
«È importante – sottolinea Fulvio De Nigris – continuare a dibattere su questi temi, che sono usciti dall’agenda parlamentare e dall’attenzione dei media, ma che sono quotidianamente presenti in chi vive condizioni di fragilità e di sofferenza. Infatti, dopo l’emergenza di alcuni anni fa, causata dal “Caso Englaro”, sembrava che la cosa che interessasse alla maggior parte degli italiani fosse come morire e morire bene. Ad una minoranza, invece – per altro sempre più numerosa -, della quale anche noi facciamo parte, importava e importa anche la libertà e il diritto ad essere curati. Ma le due cose non sono in contraddizione, anche se molti le hanno volute così interpretare. Fatto sta che oggi, lontani dalla terribile vicenda di Eluana e dall’emergenza, nessuno più si preoccupa di come si muore, e tutti continuano ancora a ignorare da una parte come si debba essere curati, dall’altra i diritti delle persone maggiormente fragili, come quelle con esiti di coma e stato vegetativo».
«Cosicché – continua De Nigris – mentre le famiglie continuano a combattere con le Associazioni che le rappresentano, e gli operatori (sanitari e non) continuano il loro lavoro nei centri di riabilitazione, i diritti continuano ad essere negati. Eppure il “Tavolo di Lavoro sugli Stati Vegetativi e di Minima Coscienza”, insediato al Ministero della Salute, e del quale anch’io faccio parte, ha lavorato e sta concludendo un documento con importanti proposte per il futuro. È come un sommergibile che aspetta un segnale, per poter emergere. Ma chi è in grado di darlo, questo segnale? Dovrebbe essere la politica, sempre più distratta, i partiti, coloro che dovrebbero difendere e rappresentare la realtà, per poter essere veramente considerati eletti dal popolo. E dovrebbero farlo di fronte a quelle migliaia di persone che chiedono di essere considerate per quello che sono, ovvero cittadini di serie A». (S.B.)
È disponibile il programma completo del convegno.
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