Il pararowing è tra gli sport più inclusivi

Disciplina in continua espansione, il pararowing - ovvero il canottaggio praticato da atleti con disabilità motorie, sensoriali e mentali - consente di costituire squadre composte da atleti con disabilità di diverse tipologie. Se ne parlerà il 7 dicembre a Piacenza, durante un convegno aperto a tutte le società che vogliano aprirsi allo sport paralimpico, affrontando i vari aspetti legali, medici e motòri legati a questo sport
Lucilla Aglioti, Paola Protopapa, OmarAirolo, Tommaso Schettino, Giuseppe "Peppiniello" Di Capua
Lucilla Aglioti, Paola Protopapa, Omar Airolo, Tommaso Schettino e Giuseppe “Peppiniello” Di Capua, alla cerimonia di premiazione, dopo avere vinto la medaglia d’argento ai Mondiali di pararowing, nell’agosto scorso in Corea del Sud

«L’acqua non ha barriere!»: parola di Dario Naccari, commissario tecnico della squadra paralimpica italiana di pararowing, che riassumono lo spirito del convegno su disabilità e canottaggio, denominato Pararowing: uno strumento per favorire l’inclusione mediante lo sport, cui lo stesso Naccari parteciperà sabato 7 dicembre a Piacenza (sede della Società di Canottieri “Vittorino da Feltre”, Via Pontiere 29, ore 9:30), incontro voluto per parlare appunto di pararowing, il canottaggio praticato da atleti con disabilità motorie, sensoriali e mentali.
L’iniziativa è stata promossa dal CIP Emilia Romagna (Comitato Italiano Paralimpico), dalla Federazione Regionale Canottaggio e dalla stessa Società “Vittorino da Feltre” di Piacenza, che ospiterà l’appuntamento.

Assieme a Dario Naccari, sarà presente anche Luca Michelini, noto medico classificatore, per parlare della complessità di tale specialità, il cui compito è quello di ricostruire una serie di potenzialità dell’individuo, attraverso la valutazione clinica. «Costituire un gruppo di persone che possa gareggiare alla pari – spiega lo stesso Michelini – è un lavoro arduo poiché il professionista deve riconoscere, tramite le funzionalità dei singoli, una possibilità competitiva e d’interazione tra persone diverse». Nel caso del pararowing, in particolare, le disabilità possono essere di diverso tipo. Secondo i regolamenti internazionali, infatti, il canottaggio paralimpico può essere praticato da persone con disabilità motorie legate agli arti o al tronco, ma anche da ipovedenti, ciechi o persone con disabilità mentale.
«Il paraowing – commenta Naccari – ha un potere inclusivo incredibile, perché può essere praticato da persone con storie così diverse. Anche attraverso l’agonismo si può provare a fare qualcosa d’importante, facendo soprattutto capire che questi sono atleti a tutti gli effetti, e che le persone disabili sono persone normalissime, in tutto e per tutto».

«Il nostro obiettivo – spiega poi Gianni Scotti, presidente del CIP Emilia Romagna – è quello di sensibilizzare le società di canottaggio verso l’inclusione delle persone con disabilità e in quest’ultimo anno siamo stati davvero fortunati a incontrare la piena disponibilità della Federazione Regionale Canottaggio, motore di diverse proposte che hanno sostenuto la nostra missione verso i suoi associati».
La manifestazione del 7 dicembre a Piacenza, infatti, farà parte di un percorso che il CIP Emilia Romagna e la Federazione Regionale Canottaggio hanno appunto intrapreso assieme, con l’obiettivo comune di creare una rete tra le realtà del canottaggio, favorendone l’apertura verso gli atleti con disabilità. «In questo caso – sottolinea Alessio Galletti, della Federazione Regionale Canottaggio Emilia Romagna – la “spina dorsale” del nostro territorio è il Po e non la via Emilia. Abbiamo infatti cominciato dalla sua foce, a Ravenna, organizzando una serie di eventi nell’estate scorsa, siamo passati a Ferrara il 1° dicembre, con una regata cittadina, per poi risalire ora a Piacenza con questo convegno, un momento fondamentale di approfondimento tecnico dal punto di vista legale, medico e motorio, pensato per tutte le società che desiderano aprirsi verso i disabili».
«Siamo lieti e orgogliosi – precisa Sandro Fabbri, presidente della Società “Vittorino da Feltre” – di ospitare questo importante momento di confronto, sicuramente utile per avvicinare ancora di più gli atleti con disabilità al mondo sportivo. Già da un anno abbiamo stipulato un accordo di collaborazione con il CIP, mettendo i nostri impianti sportivi a disposizione di atleti e giovani con disabilità, puntando soprattutto sul nuoto e il tennis, ma anche sul canottaggio, sport che ha sempre dato gloria e lustro alla nostra Società». (Ufficio Stampa Agenda)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@agendanet.it (Matteo Turricchia).

Il pararowing
Si chiama così il canottaggio praticato da atleti con disabilità, che prevede – su percorsi di gara di 1.000 metri – squadre miste di uomini e donne per tutte le sue categorie, stabilite secondo criteri di mobilità di diverse parti del corpo (tronco, braccia e gambe). In tal senso si può dire effettivamente che questa sia una delle più inclusive discipline paralimpiche, poiché permette appunto di costituire squadre composte da atleti con disabilità di diverse tipologie.
In forte espansione nel mondo e attualmente praticato da atleti di almeno ventisette Paesi, il pararowing ha visto i suoi primi eventi paralimpici ufficiali a Pechino 2008. Alla sua seconda apparizione, ai Giochi di Londra 2012, sono stati 23 i Paesi a concorrere per 12 medaglie, per un totale di 48 imbarcazioni e 96 vogatori. Si sono svolti invece quest’anno in Corea del Sud i primi Campionati del Mondo specifici, svolti a maggio in Corea del Sud, dove la nazionale italiana guidata da Naccari ha vinto una medaglia d’argento nella specialità quattro con LTA misto.

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