Nella sua intervista rilasciata a Fabio Fazio, durante il programma di Raitre Che tempo che fa del 22 dicembre scorso, Matteo Renzi, nuovo segretario del Partito Democratico, si è espresso a favore del Servizio Civile Obbligatorio per tutti i giovani.
Già in altre occasioni Renzi aveva manifestato questa sua idea e tuttavia, parlandone in una trasmissione televisiva dagli ampi ascolti, ha avuto l’indubbio merito di affrontare, in maniera pubblica, un tema che – dati anche i “tempi di crisi “ e di “memoria a breve termine” – rischia di essere relegato solo agli addetti ai lavori.
In merito a tale proposta, siamo in linea di principio favorevoli a un Servizio Civile Obbligatorio per tutti i giovani. Il Servizio Civile, infatti, è sicuramente uno straordinario strumento di costruzione di un sistema di valori condiviso e di educazione alla solidarietà verso i più deboli. E tuttavia, la proposta di un Servizio Civile Obbligatorio – condivisibile, come detto, in linea di principio – va inserita nell’attuale “contesto storico” del Servizio Civile degli ultimi anni nel nostro Paese, che richiede almeno alcune riflessioni.
L’obiettivo primario da perseguire, vista la situazione in cui versa attualmente il Servizio Civile, dev’essere quello di consentire a tutti i giovani che lo vogliano di fare questa esperienza. Le attuali limitazioni di bilancio, infatti, definiscono in anticipo il numero dei giovani che possono partecipare ad ogni bando e una parte dei progetti approvati non viene finanziata. Di fatto, quindi, una parte dei giovani che scelgono volontariamente di fare il Servizio Civile, oggi vengono esclusi.
È poi necessario valorizzare e ampliare la funzione del Servizio Civile, come esperienza di formazione per i nostri giovani, esperienza che possa essere riconosciuta e sia spendibile, anche in termini formali, in un mercato del lavoro sempre più difficile. Penso a tutti coloro che, passando per l’Obiezione di Coscienza – sottoscritto compreso – e il Servizio Civile, si sono poi inseriti nel mondo del lavoro non profit.
Serve infine promuovere e premiare sempre più quelle esperienze di Servizio Civile che portano i giovani a diretto contatto con le fasce più deboli della popolazione e che preveda un “mettere le mani in pasta”, una partecipazione reale e da protagonisti, aiutando così a creare dei cittadini responsabili, che contribuiscano oggi, ma anche domani, a dare una risposta ai bisogni delle persone più svantaggiate.
Da aggiungere, infine, che il Servizio Civile è anche un’ occasione – per i giovani più vulnerabili e socialmente fragili – di sperimentarsi in un contesto “protetto”.
Una volta, quindi, raggiunti questi obiettivi prioritari, si passi poi a parlare di un obiettivo ben più grande, come quello di un Servizio Civile Obbligatorio per tutti i giovani.
Come ha detto Renzi, anche noi riteniamo che sia necessario costruire un sistema di valori condivisi e in questo quadro crediamo sia legittimo chiedere a tutti uno sforzo, in una fase della propria vita, a favore della collettività, in particolare di quella più debole, di contro a una società che fatica ad educare al rapporto con l’altro che “rimane un po’ più indietro”. Tuttavia , come purtroppo mi accade spesso di questi tempi, sorge un dubbio: dove troviamo le risorse per mettere in piedi il Servizio Civile Obbligatorio? Che cosa tagliamo o quale altra tassa mettiamo in piedi? Ogni proposta politica, infatti, anche se condivisibile come quella del Servizio Civile Obbligatorio, rischia di rimanere un simbolo, un principio facile da enunciare, ma difficile da praticare, se non si individuano le reali strade di attuazione.
E per concludere, un suggerimento. Forse una strada da percorrere potrebbe essere quella di collegare il Servizio Civile Obbligatorio alla questione del “reddito minimo”.
Presidente della Comunità Capodarco di Roma.
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