Sardegna: le ragioni di una protesta

Sarà sostanzialmente la volontà di non vedere stravolto il cosiddetto “modello Sardegna”, con l’utilizzo non appropriato di fondi destinati invece a potenziare i piani rivolti alle persone con le più gravi disabilità, a portare Salvatore Usala, segretario del Comitato 16 Novembre ONLUS, a guidare un presidio di protesta estrema, l’11 febbraio, davanti alla sede di Cagliari dell’Assessorato Regionale competente
Salvatore Usala
Salvatore Usala, segretario del Comitato 16 Novembre

Che cosa porterà Salvatore Usala, il combattivo segretario del Comitato 16 Novembre ONLUS (Associazione Malati SLA e Malattie Altamente Invalidanti), a guidare un presidio all’insegna della protesta più estrema, a partire dalla mattinata di martedì 11 febbraio, a Cagliari, davanti all’Assessorato all’Igiene, alla Sanità e all’Assistenza Sociale della Regione Sardegna?
Sostanzialmente la volontà di far sì che il cosiddetto “modello Sardegna” per il sociale – così come lo definisce lo stesso Usala, che per esso si è tanto duramente battuto in questi anni e che è visto con attenzione e interesse anche da altre Regioni italiane – non venga sottoposto a distorsioni che ne stravolgano la sostanza.

Nella fattispecie, il punto centrale della protesta – programmata proprio nella settimana che sta portando alle elezioni regionali in Sardegna, ma che arriva dopo mesi in cui le risposte richieste ai responsabili istituzionali non sono mai pervenute – riguarda il Decreto di Riparto alle Regioni del Fondo Nazionale per le Non Autosufficienze per il 2013, provvedimento approvato il 20 marzo 2013, del quale Usala cita in una nota l’articolo 2, comma 2, vale a dire: «Le risorse di cui al presente decreto sono finalizzate alla copertura dei costi di rilevanza sociale dell’assistenza socio-sanitaria e sono aggiuntive rispetto alle risorse già destinate alle prestazioni e ai servizi a favore delle persone non autosufficienti da parte delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano, nonché da parte delle autonomie locali. Le prestazioni e i servizi di cui al comma precedente non sono sostitutivi, ma aggiuntivi e complementari, a quelli sanitari [grassetti nostri nella citazione, N.d.R.]».
Si tratta, per la Sardegna, di 3.197.500 euro che secondo Usala devono essere appunto utilizzati «in modo aggiuntivo», per potenziare i piani rivolti alle persone con le più gravi disabilità e non per altri fini.

Un ulteriore punto di contestazione è poi rappresentato, secondo il Segretario del Comitato 16 Novembre, da una recente Delibera della Giunta Regionale (3/24 del 31 gennaio scorso), riguardante «l’assistenza domiciliare a favore di persone in condizioni di disabilità gravissime», della quale si chiede la modifica, anche con l’inserimento di un contributo in più per gli assistenti di cura familiari (caregiver).
Quanto mai significativa la conclusione della nota diffusa per annunciare la protesta dell’11 febbraio e centrata proprio sulle imminenti elezioni regionali: «La campagna elettorale – scrive Usala – non si fa nei salotti buoni, si fa nelle fabbriche, nelle miniere, nei presìdi, in mezzo alle persone che hanno bisogno: i disabili vi aspettano». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: comitato16novembre@gmail.com.

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