Al mare e in montagna, altro che tristi e immobili!

di Giorgio Genta*
In una località balneare come Loano (Savona), già nota per la sua dimensione a misura di disabilità, può succedere che nel giro di due giorni molte persone con disabilità partecipino prima alla "Giornata dell'Integrazione Balneare" - compresa la visita ad una nuova struttura per il "dopo di noi" - e poi ad una gita nel Parco del Monte Beigua, avvalendosi di un'organizzazione perfetta e senza incontrare ostacoli di sorta

La “Terza Giornata dell’Integrazione Balneare” di Loano (Savona) [evento presentato nei giorni scorsi dal nostro sito con il testo disponibile cliccando qui, N.d.R.] ha perfettamente consentito di coniugare la manifestazione balneare all’operazione culturale (con il seminario dedicato al tema La cultura locale della donazione, ricerca storica su tre secoli e più di donazioni a favore della comunità locale) e anche alla degustazione di un favoloso vino bianco locale, di un’ottima torta pasqualina e della focaccia ligure per giustificare un secondo (e terzo) bicchiere!

Poi, tutti insieme a vedere i lavori in corso a Villa Amico, un “dopo di noi” che da sogno sta diventando una splendida realtà, circondata da un parco pubblico di 15.000 metri quadri, in una cittadina di mare già nota per la sua dimensione a misura di persone con disabilità.
E così, nel pieno rispetto della legge (autisti dei veicoli astemi!), tre pulmini attrezzati con elevatore hanno portato gli intervenuti a vedere quel che riescono a realizzare le associazioni quando si danno da fare sul serio!

L'ingresso al Parco del Monte Beigua sull'«Alta Via dei Monti Liguri»Il giorno successivo, grande gita di oltre novanta persone con varie disabilità al Parco del Monte Beigua, sempre in provincia di Savona, per la “Passeggiata non competitiva per uomini rotanti e bipedi”, organizzata dal CESAVO (Centro Savonese di Servizi per il Volontariato), dall’ANTEAS(Associazione Nazionale Terza Età Attiva per la Solidarietà), dall’Unità Spinale Unipolare dell’Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure, dalla Provincia di Savona, dall’Ente Parco, dalla Comunità Montana e da quella Comunità di Varazze (con la speranza di non avere dimenticato nessuno).
Un posto da favola, un percorso ghiaioso, ma perfettamente percorribile (noi spingevamo una carrozzina da 25 chili + 40 chili di Silvia + 10 chili di merci varie) a 1.200 metri di quota – non per niente si chiama “Alta Via dei Monti Liguri” – tra panorami mozzafiato, purtroppo celati da una nebbia maligna che ha però creato un magico alone di irrealtà all’incedere gagliardo dei “ruotanti” (segnalati anche un triciclo supertecnologico e un mezzo elettrico sperimentale) e dei bipedi deambulanti.
Perfetta l’organizzazione, con le ambulanze e il personale di soccorso lietamente inoperosi, ma gentili e presenti, fino alla grande abbuffata conclusiva.

Concludendo, due giornate bellissime, alla faccia di un giugno bizzoso e di chi crede ancora che le persone con disabilità debbano essere prevalentemente tristi e immobili!

*Federazione Italiana ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi).

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