Una direttiva che non tutela a sufficienza i minori

È la direttiva approvata in questi giorni dal Palamento Europeo di Strasburgo, riguardante gli standard e le procedure comuni per i rimpatri. Alle preoccupazioni espresse nei giorni scorsi dalle organizzazioni Terre des hommes e Amnesty International, seguono ora anche quelle di Save the Children Italia che chiede con forza agli Stati dell'Unione Europea di applicare il provvedimento, tenendo quanto meno in debita considerazione la Convenzione sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza

Si dichiara «profondamente amareggiata», Save the Children Italia, dall’approvazione della direttiva del Parlamento Europeo sugli standard e le procedure comuni per i rimpatri, sulla quale il nostro sito aveva pubblicato anche le prese di posizione contrarie espresse da Terre des Hommes Italia e da Amnesty International (se ne legga al testo intitolato Quella direttiva europea sui rimpatri così non può passare!, disponibile cliccando qui).

Primo piano di due bambini algerini«Il testo della direttiva – dichiarano i responsabili di Save the Children in una nota stampa – non include garanzie sufficienti per i minori non accompagnati e per quelli che fanno parte di un nucleo familiare. Inoltre, non vengono stabilite procedure adeguate per il rimpatrio dei minori stranieri non accompagnati, utili a tutelarne il superiore interesse, come sancito dalla Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza».
Secondo l’organizzazione non governativa, dunque, nei confronti di minori non accompagnati non viene indicata alcuna procedura per stabilire quale sia il loro superiore interesse prima del rimpatrio, né si prevedono valutazioni del rischio che il rientro comporta per il minore.

«La direttiva stabilisce addirittura – continua il comunicato – che i minori non accompagnati possano essere rimpatriati nei Paesi terzi, che non sono necessariamente i loro Paesi di provenienza, anche qualora non vi siano genitori o tutori presenti, se in tali Stati vi sono strutture per accoglierli. Pur tuttavia, il testo non chiarisce il significato di “struttura di accoglienza” né indica le caratteristiche che tali strutture debbano avere».

Altro punto evidenziato da Save the Children è che secondo la direttiva sia le famiglie con bambini che i minori non accompagnati irregolari possono essere trattenuti in custodia temporanea in attesa di essere rimpatriati. «Un minore, invece, non può essere detenuto per ragioni amministrative».
E ancora, l’organizzazione condanna anche la mancata previsione all’interno del testo licenziato dal Parlamento Europeo della possibilità per i nuclei familiari con minori o anche per i minori non accompagnati di avere accesso all’assistenza legale, per la revisione del loro stato di detenzione.
Infine, viene considerato eccessivo un periodo di trattenimento fino a diciotto mesi, previsto dalla direttiva «in circostanze eccezionali».

In conclusione, Save the Children Italia chiede «a tutti gli Stati Membri che nel rendere esecutiva la direttiva, tengano in debita considerazione la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, in particolare per  quanto concerne l’obbligo di fornire protezione e assistenza ai minori non accompagnati presenti nell’Unione Europea; alla Commissione Europea di garantire un’implementazione adeguata della direttiva attraverso un attento monitoraggio delle misure adottate a livello nazionale per la sua implementazione; a tutti gli Stati Membri e alle istituzioni europee di prendere in considerazione l’adozione di ulteriori misure volte a garantire la protezione e l’assistenza nell’Unione Europea dei minori non accompagnati, al di fuori del loro Paese di origine». (S.B.)

Per ulteriori informazioni:
Ufficio stampa Save the Children Italia
tel. 06 48070071-23,
press@savethechildren.it.
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