Il 2 luglio scorso la Commissione Europea ha lanciato una consultazione pubblica denominata Accessibilità dei siti web e altri strumenti per la e-Accessibilità. Con l’iniziativa, cui si può aderire fino al 27 agosto, le istituzioni europee chiedono ai cittadini di esprimersi in merito a nuovi provvedimenti da adottare per migliorare il livello di accessibilità dei siti internet in Europa – a partire da quelli delle Pubbliche Amministrazioni – ma anche in merito all’accessibilità di altri supporti, quali ad esempio gli apparecchi televisivi e i terminali self-service.
Quindi la consultazione, che si inserisce nell’ambito del più ampio contesto delle attitivà promosse dalla Commissione per la crescita e l’occupazione nella “società dell’informazione”, «mira da un lato ad analizzare – spiegano gli stessi promotori – le azioni che gli Stati Membri possono adottare per migliorare l’accessibilità, dall’altro a raccogliere pareri sulle problematiche ad essa legate».
Alla luce dell’elevato incremento dei servizi on-line, che sono oggi parte integrante della vita quotidiana di milioni di cittadini, la Commissione ritiene infatti prioritario il superamento degli ostacoli che ancora oggi impediscono a molte persone di accedere alle tante e diverse opportunità e ai vantaggi che tali servizi offrono.
«L’accesso a internet – ha dichiarato Viviane Reding, commissario europeo per la Società dell’Informazione e i Media – oggi è fondamentale per i cittadini europei, eppure molti di loro, a causa di una disabilità di cui soffrono, non lo possono utilizzare. Oggi circa il 15% di chi vive nell’Unione ha una disabilità, ma nonostante i ripetuti inviti a migliorare la situazione – e benchè esistano soluzioni semplici ai problemi di accessibilità (ingrandimento delle dimensioni dei caratteri, conversione vocale dei testi e navigazione con la tastiera) – solo pochissimi editor di siti internet le applicano».
Tra i più penalizzati da questa situazione, oltre alle persone con disabilità ci sono gli anziani e le persone con limitazioni funzionali, permanenti o temporanee.
Inoltre, poiché ancora non esiste uno standard di accessibilità web approvato a livello di Unione Europea, recentemente un buon numero di Paesi ha intrapreso azioni normative autonome, volte a migliorare l’accesso alla rete. Anche politiche diverse e mercati interni frammentati – soprattutto per quanto riguarda le tecnologie a disposizione – determinano quindi una difficoltà sempre maggiore a navigare liberamente “in Europa”.
Attualmente è disponibile una versione della consultazione in rete (disponibile cliccando qui), però solo in inglese, mentre il modulo che può essere scaricato dal sito del Governo italiano sempre in inglese (cliccando qui), è disponibile in quello della Commissione Europea anche in francese. Presto la stessa Commissione pubblicherà la consultazione anche in tedesco, italiano, spagnolo e polacco.
(Crizia Narduzzo)
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