Non è più il tempo della tolleranza, ma della piena e reale inclusione!

Grandi realtà come il Brasile e la Cina - che rappresentano milioni e milioni di persone con disabilità - si sono mosse sulla strada della ratifica della Convenzione ONU. Per quanto riguarda invece l'Italia, la speranza è che si arrivi a questo passaggio almeno entro la data che consentirebbe al nostro Paese di partecipare alla prima Conferenza Internazionale, ove verrà eletto il Comitato ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità

Davanti al Tribunale Supremo Federale di Brasilia (foto di Marcello Casal)Ci sono altri grandi Paesi che si sono mossi sulla strada della ratifica della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. Da una parte, infatti, la Cina ha accelerato alla fine di giugno il proprio iter legislativo presso il Congresso del Popolo – mossa probabilmente non casuale, a poche settimane dai Giochi Olimpici che hanno visto tutti i riflettori del mondo puntati su Pechino e in vista delle prossime Paralimpiadi del 6-17 settembre – dall’altra il Brasile che proprio in luglio ha visto il presidente del Senato Federale, Garibaldi Alves, promulgare il decreto di ratifica al trattato, da lui stesso definito come «un documento storico».
Nel discorso pronunciato per l’occasione, Alves ha affermato anche che «la causa dei diritti umani non ammette eccezioni nei suoi princìpi e valori» e che la Convenzione – insieme al suo Protocollo Opzionale – si adeguerà perfettamente a quanto stabilito dalla Costituzione del Brasile, che ha tra i suoi fondamenti la dignità della persona e il diritto di cittadinanza.

Al di là della Cina – sulla quale certamente avremo modo di soffermarci ancora a lungo – è quasi superfluo sottolineare quanti milioni di persone con disabilità coincidano con queste realtà. Basti pensare semplicemente ai dati forniti dal presidente del Senato brasiliano, che ha citato i risultati di un recente censimento, secondo cui circa il 14,5% della popolazione presente nel grande Paese sudamericano avrebbe problemi con disabilità (più o meno 25 milioni di persone!). Un numero, tra l’altro, ritenuto in costante aumento, sia per la crescente aspettativa di vita, sia per la violenza urbana che notoriamente affligge il Brasile.
Gilmar Mendes, presidente del Tribunale Federale Supremo, ha dichiarato che «nel mondo moderno non è più tempo di rivendicare la tolleranza, ma la piena e reale inclusione nella società delle persone con disabilità», mentre Lisamara Rizzo, segretario per i Diritti delle Persone con Disabilità dello Stato di San Paolo e Paulo Vannucci, capo della Segreteria per i Diritti Umani, hanno messo in evidenza che la ratifica della Convenzione ONU «avrà un importante significato non solo per le persone con disabilità del Paese, ma per tutta la nazione brasiliana».

Passaggi quanto mai importanti, dunque, senza dimenticare che anche dal mondo arabo provengono segnali analoghi, con la ratifica oramai ufficializzata da parte del Qatar e dell’Arabia Saudita.
A questo punto vale la pena ricordare quanto riportato dal sito dell’ONU – nello spazio riservato alla disabilità – ove si parla appunto di 29 Paesi che hanno ratificato la Convenzione (18 il Protocollo Opzionale).
Si tratta, in ordine cronologico, di Giamaica (30 marzo 2007), Ungheria (20 luglio 2007), Panama (7 agosto 2007), Croazia (15 agosto 2007), Cuba (6 settembre 2007), Gabon (1° ottobre 2007), India (1° ottobre 2007), Bangladesh (30 novembre 2007), Sudafrica (30 novembre 2007), Spagna (3 dicembre 2007), Namibia (4 dicembre 2007), Nicaragua (7 dicembre 2007), El Salvador (14 dicembre 2007), Messico (17 dicembre 2007), Perù (30 gennaio 2008), Guinea (8 febbraio 2008), San Marino (22 febbraio 2008), Giordania (31 marzo 2008), Tunisia (2 aprile 2008), Ecuador (3 aprile 2008), Mali (7 aprile 2008), Egitto (14 aprile 2008), Honduras (14 aprile 2008), Filippine (15 aprile 2008), Slovenia (24 aprile 2008), Qatar (13 maggio 2008), Kenya (19 maggio 2008), Arabia Saudita (24 giugno 2008) e Niger (24 giugno 2008).

Per quanto riguarda infine l’Italia, purtroppo la situazione vede il nostro Paese all’inizio del processo di ratifica, dopo la caduta del Governo Prodi e del Disegno di Legge del 28 dicembre 2007, denominato Ratifica ed Esecuzione della Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità e del Protocollo Opzionale, che avrebbe dovuto passare all’esame del Parlamento per la sua approvazione.
Dal mondo delle associazioni di persone con disabilità – a partire da quelle aderenti alla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – continuano ad arrivare pressioni ad accelerare l’iter, ma nonostante i segnali incoraggianti delle scorse settimane – arrivati sia da Francesca Martini che da Eugenia Roccella, sottosegretari al Lavoro, alla Salute e alle Politiche Sociali – ad un rapido sguardo dell’attuale agenda governativa e parlamentare, non sembra certo una pretesa realistica pensare che questo possa costituire una priorità.
L’auspicio, però, è che si arrivi alla ratifica almeno entro la Conferenza Internazionale che verrà convocata dal segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon (articolo 40 della Convenzione) – presumibilmente tra novembre e dicembre – e che provvederà all’elezione del Comitato ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità (articolo 34), ovvero dell’organismo internazionale che verificherà l’attuazione nazionale delle norme contenute nel trattato.

Praticamente persa, quindi, la possibilità di presentare propri candidati – ciò che si dovrebbe fare quattro mesi prima della Conferenza – si spera almeno di poter partecipare a quell’evento, ma senza la ratifica nemmeno quello sarà possibile… (Giuliano Giovinazzo e Stefano Borgato)

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