Nell’ambito delle iniziative promosse da Disability Monitor Initiative (DMI) – organizzazione che si occupa della tutela e della raccolta di informazioni sulle persone con disabilità nell’Europa sud-orientale, allo scopo di ottenere per questi cittadini le pari opportunità e la piena partecipazione alla vita sociale – è stato recentemente prodotto l’interessante rapporto, intitolato Disability in the press: How disability and people with disabilities are depictes in print media in Bosnia and Herzegovina, Montenegro and Serbia in 2006 (“La disabilità nella stampa: come la disabilità e le persone con disabilità appaiono sulla carta stampata in Bosnia, Erzegovina, Montenegro e Serbia nel 2006”).
Il documento cerca di individuare le principali tendenze dei modi con cui si parla di disabilità in queste zone della ex Jugoslavia, allo scopo di facilitare il dibattito tra le organizzazioni che si occupano di tutela delle persone con disabilità e gli stessi organi di informazione, per lavorare insieme e cambiare così le attuali prospettive che dipingono generalmente la disabilità in chiave negativa e stigmatizzante, arrivando ad una visione positiva, all’insegna della normalità.
Si tratta di questioni che anche in questo 2008 sono state discusse in alcuni seminari locali, svoltisi in Bosnia, Erzegovina, Montenegro, Serbia e nella provincia del Kosovo tuttora amministrata dalle Nazioni Unite, riunendo le organizzazioni di persone con disabilità e i rappresentati dei mass media, nel tentativo di trovare assieme una nuova strada. E in tal senso il rapporto prodotto da Disability Monitor Initiative può costituire l’ideale base di lavoro.
Duplice l’obiettivo a breve e media scadenza: da una parte far crescere la consapevolezza sulla disabilità degli organi d’informazione, guardando ad una prospettiva centrata sui diritti umani, come ben insegna anche la recente Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità; dall’altra capire come le organizzazioni che si occupano della tutela delle persone con disabilità possano far passare più efficacemente nei mass media i loro messaggi.
Più in generale l’auspicio è che la piattaforma di discussione diventi permanente, portando alla creazione di una rete di lavoro tra gli attivisti delle organizzazioni di persone con disabilità e i giornalisti dell’Europa sud-orientale. (Stefano Borgato)
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