«E se nei prossimi cento giorni ci impegnassimo tutti a difendere e promuovere i diritti umani? Tutti, fino al 10 dicembre, nelle nostre città, nei nostri quartieri, nelle nostre scuole, nei posti dove lavoriamo, in Parlamento, in TV e sui giornali?».
Mancano infatti poco meno di cento giorni al 10 dicembre, data che coincide con il sessantesimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, come ricorda in una nota ufficiale Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della Pace, che lancia un nuovo appello a porre i diritti umani al centro delle attenzioni di tutti, della società, della politica e dell’informazione.
«Non c’è solo la Cina – dichiara Lotti nel comunicato – c’è un mondo di diritti violati. Ci sono la Georgia, la Russia, l’Afghanistan, i migranti… c’è casa nostra, dove c’è molto da fare per difendere e assicurare il rispetto dei diritti umani». E ci sono anche – aggiungiamo – milioni di persone con disabilità, in Europa e nel mondo, che quotidianamente vedono negati i loro diritti alle pari opportunità, ciò che ci fa guardare con particolare attenzione a questo appello della Tavola della Pace, pensando anche che proprio i diritti umani sono stati alla base dell’elaborazione, negli anni scorsi, dellla fondamentale Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, documento che sta cercando con fatica la sua strada verso una concreta applicazione e che purtroppo l’Italia non ha ancora ratificato, dopo averlo sottoscritto il 30 marzo del 2007.
«A molti – continua Lotti – non gliene fregherà proprio niente. Non sanno neanche cosa sono i diritti umani e men che meno sanno cos’è la Dichiarazione Universale, quel documento scritto all’indomani della spaventosa tragedia segnata dalla seconda guerra mondiale, che parla proprio di loro e dei loro diritti fondamentali. E non sanno nemmeno che ottenere il rispetto di quei diritti per sé e per gli altri renderebbe un po’ migliore questa nostra esistenza. Alcuni altri, poi, si riempiranno la bocca di espressioni retoriche e, così facendo, cercheranno di nascondere le proprie responsabilità e omissioni. Altri ancora (i sociologi dicono: una minoranza) cercheranno di cogliere anche questa opportunità per fare qualcosa di concreto. In ogni caso varrebbe la pena di ricordare a tutti che l’emergenza diritti umani o ci coinvolgerà o ci travolgerà».
A poco meno di cento giorni dal 10 dicembre 2008, dunque, la Tavola della Pace rilancia alcune proposte di impegno, a partire da gesti semplici che tutti possono fare senza troppa fatica, come appendere la bandiera dei diritti umani alla finestra (di casa, dell’ufficio, del Comune) o acquistare e indossare la maglietta dei diritti umani. «Un modo semplice – conclude Lotti – per dare voce ai diritti umani, per indicare in modo chiaro una scelta, una priorità e un impegno personale. Non è poco. Se lo facessero tutti, le cose andrebbero già in un altro modo».
Tra le altre iniziative proposte dalla Tavola della Pace, vi è anche l’invito a costituire in ogni città un “Comitato per il 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani”, coinvolgendo in particolare i giovani, le scuole, le associazioni, le organizzazioni sindacali, le parrocchie, il Comune, la Provincia e tutte le istituzioni che siano interessate. (S.B.)
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