«Qualcuno ha detto che quella dedicata a Picasso è forse la mostra più bella fin qui prodotta, anche se noi amiamo dire che la più bella è quella che ancora dobbiamo fare. Renderla itinerante, però, corrisponde a due precisi obiettivi: da una parte dare il giusto riconoscimento alle persone con autismo per il lavoro che fanno nel nostro laboratorio di mosaico professionale Officina dell’Arte, dall’altra parte dimostrare “plasticamente” che molte persone con autismo, se messe nelle giuste condizioni, sono in grado di realizzare opere di grande interesse. Questo secondo obiettivo è forse il più importante nella costruzione di una cultura attorno all’autismo che ancora bisogna creare nella società, cultura che, ad oggi, è fatta di molta ignoranza e luoghi comuni».
Lo dichiarano con soddisfazione dalla Fondazione Bambini e Autismo di Pordenone, a proposito di “Mosaicamente 7”, la più recente mostra realizzata presso l’Officina dell’Arte della Fondazione stessa, evento dedicato a Pablo Picasso, attraverso la realizzazione a mosaico di una ventina di opere tra le più note del celebre artista spagnolo.
Un’iniziativa, come accennato, divenuta itinerante, perché dopo il successo ottenuto a Pordenone alla fine del 2013, è ora stata inaugurata il 9 maggio scorso alla Casa della Confraternita nel Castello di Udine, dove sarà visitabile fino all’8 giugno, mentre in ottobre approderà a Salsomaggiore (Parma) e in dicembre a Trieste.
«L’autismo – sottolineano poi dalla Fondazione pordenonese – è una sindrome cronica e complessa con vari livelli di gravità. Non esistono ricette miracolose per sconfiggerlo, e tuttavia la preparazione tecnica sulla sindrome da parte di coloro che vivono assieme alla persona o per lavoro – gli operatori – o per parentela – i familiari – può certamente fare la differenza nella qualità della vita. Ed è importante, per raggiungere risultati come quelli che la mostra testimonia, non solo creare un posto di lavoro pensato per le caratteristiche delle persone con autismo, ma fare in modo che vi possano lavorare anche le cosiddette “persone neurotipiche”. Quindi, il luogo di lavoro per le persone con autismo, in cui esercitano la loro professionalità operatori specializzati sulla sindrome, pone le basi per far sì che i talenti di queste persone possano emergere, donando alla società, come nel caso dei mosaici dedicati a Picasso, suggestioni ed emozioni tanto più forti quanto più inaspettate e allo stesso tempo la presenza di persone neurotipiche che lavorano fianco a fianco con le persone con autismo non solo allontana l’idea di un ghetto, ma, al contrario, porta a quell’integrazione che spesso è un concetto astratto, anziché l’espressione di una realtà consolidata».
Da ricordare, infine, che la mostra di Udine ha visto il Comune della città friulana collaborare all’organizzazione con la Fondazione Bambini e Autismo, insieme ai Civici Musei, al Dipartimento di Storia e Tutela dei Beni Culturali dell’Ateneo locale, all’Associazione Noi uniti per l’Autismo, alla Protezione Civile di Udine e ai Club Rotary Udine, Udine Nord e Patriarcato. (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: relazioniesterne@bambinieautismo.org.
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