Il convoglio di camion

Si chiama così il libro scritto con l’aiuto del suo insegnante di sostegno da Alberto Di Naso, giovane affetto da sindrome di emiplegia alternante, grave malattia neurologica molto rara, cronica e invalidante. L’opera verrà presentata il 28 giugno a Verderio (Lecco), nel corso di un incontro patrocinato dal Comune locale e dall’AISEA (Associazione Italiana per la Sindrome di Emiplegia Alternante)

Colonna di camion«Mi chiamo Alberto, ho 20 anni e per colpa del gene ATP1A3 un po’ farlocco, mi sono beccato una malattia genetica molto rara e molto bastarda che si chiama emiplegia alternante [se ne veda una scheda in calce, N.d.R.]. Mi sarebbe piaciuto moltissimo fare il camionista, ma per colpa dei miei problemi non è proprio possibile; allora mi diverto a inventare delle storie in cui faccio dei lunghi viaggi con il camion…».
Sono parole di Alberto Di Naso, che parla così del suo libro Il convoglio di camion, pubblicato sul portale di editoria «Ilmiolibro.it» e scritto con l’aiuto del suo insegnante di sostegno.
L’opera verrà presentata sabato 28 giugno a Verderio (Lecco) (ore 18), nel corso di un incontro patrocinato dal Comune locale e dall’AISEA (Associazione Italiana per la Sindrome di Emiplegia Alternante). (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: info@aiseaonlus.org.

La sindrome di emiplegia alternante
Grave malattia neurologica molto rara, cronica e invalidante, la sindrome di emiplegia alternante (AHC) è caratterizzata dall’esordio precoce di attacchi ricorrenti di emiparesi e tetraparesi, che vengono scatenati da fattori vari, come lo stress, le emozioni o i cambiamenti di temperatura. In tutti i pazienti è presente anche una disabilità motoria e intellettiva di grado variabile; nel 30% dei casi, inoltre, si riscontrano anche crisi epilettiche.
Patologia ancora assai poco conosciuta, scarsamente studiata e significativamente sottodiagnosticata, se n’è individuata nel 2012 l’origine genetica, consistente in un gruppo di mutazioni specifiche del gene ATP1A3. Per essa non esiste ancora una cura ed è una delle tante Malattie Rare non ancora riconosciute ai sensi del Decreto Ministeriale 279/01, ciò che comporta tuttora la mancanza di un codice di esenzione, necessario per la presa in carico dei pazienti da parte del Servizio Sanitario Nazionale.

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