Un interessante nuovo rapporto, realizzato recentemente in Gran Bretagna dall’Associazione Scope, dalla rivista «Disability Now» e dal Consiglio Nazionale delle Persone con Disabilità (UKDPC), riguarda i reati aggravati dal cosiddetto “odio contro la disabilità”, formula che si può leggere in parallelo, ad esempio, ai crimini commessi “per odio razziale”.
È esattamente dal 2005 che il sistema giudiziario britannico ha riconosciuto questo tipo di reati, consentendo ai tribunali di aumentare le sentenze che trovano un’aggravante nell’ostilità dimostrata nei confronti della vittima, causata proprio dalla sua stessa disabilità.
E tuttavia, lo stesso rapporto – intitolato Getting away with Murder (modo di dire inglese che significa “Farla sempre franca”) – dimostra anche che le persone con disabilità in Gran Bretagna devono spesso affrontare una vera e propria “crisi di giustizia”, nel vedere che le forze dell’ordine e le corti prendono scarsamente in considerazione le aggravanti motivate dalla disabilità, nel perseguire e nell’emanare sentenze nei confronti dei responsabili.
Crimini in un certo senso “invisibili”, dunque – come titola anche il primo capitolo del rapporto – che denunciano però un aspetto emergente – e assai preoccupante – da tenere senz’altro in considerazione. (S.B.)
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