I tanti volti dell’inclusione scolastica

di Marilena Dagnese*
Sono volti assai ostili, come dobbiamo frequentemente denunciare, quando l’inclusione è carente o manca del tutto, ma sono anche volti sorridenti, quando cioè il percorso scolastico di un ragazzo con disabilità rappresenta una buona pratica didattica per tutte le scuole, com’è accaduto a Niccolò, in provincia di Foggia, dove tutti - preside, insegnante di sostegno, docenti curricolari e compagni di classe - hanno fatto la loro parte al meglio

Realizzazione grafica con cartelli stradali che rappresentano l'inclusioneTutti potrebbero avere l’opportunità di crescita e di formazione che è stata data a mio figlio Niccolò, se si realizzasse la collaborazione attiva e partecipata tra scuola, famiglia e operatori. Per questo voglio condividere con altre famiglie l’esperienza del suo percorso scolastico, perché rappresenta una buona pratica didattica per le scuole che hanno studenti con esigenze particolari.

Quest’anno Niccolò ha conseguito la licenza di scuola media con il massimo dei voti, un 10 e lode che è frutto non della compassione per la sua condizione, ma degli sforzi e sacrifici che uno studente con disabilità, con le sue difficoltà motorie e cognitive, ha preteso da se stesso, senza mai arrendersi al primo ostacolo, incoraggiato dal supporto della psicologa che ha costruito per lui un percorso cucito su misura, individuando le strategie adatte, con la condivisione e la collaborazione dell’insegnante di sostegno e la complicità di tutti i docenti curriculari.
Da mamma di due gemelli con disabilità, nella mia città [Cerignola, in provincia di Foggia, N.d.R.] mi sono battuta per ottenere per loro e per gli altri bambini che affrontano ogni giorno le difficoltà di una “vita in salita”, quanto spetta loro di diritto, tanto nell’assistenza domiciliare, quanto nella formazione scolastica, intraprendendo un cammino di consapevolezza che ha portato alla nascita di un’Associazione e Cooperativa che da un decennio opera sul territorio, garantendo assistenza e servizi dedicati ai bambini con disabilità, che possono ora contare, a scuola come a casa, sulla competenza di operatori specializzati e formati, in grado di affiancare insegnanti, psicologi, neurologi e tutte quelle figure professionali che contribuiscono alla conquista della condizione di normale specialità.

Tante ansie e paure mi hanno assalita al momento del passaggio dalla scuola primaria alla scuola media. Non riuscivo a immaginare come se la sarebbe potuta cavare con tutte quelle materie e con la moltiplicazione dei docenti, che avrebbero dovuto interagire con l’insegnante di sostegno e la consulente specialistica che segue il suo percorso extrascolastico.
Quello che è successo, in questo percorso di studi presso la Scuola Pavoncelli di Cerignola, ha di gran lunga superato le attese. Si è davvero andati oltre i diritti acquisiti che la Legge 104 sancisce, grazie alla disponibilità a migliorarsi dimostrata da tutto il corpo docente e dalla straordinaria affinità del gruppo classe.
I compagni di Niccolò non lo hanno mai considerato diverso, anche se nelle esposizioni orali parlava lentamente e i suoi compiti scritti erano realizzati al computer, perché non avrebbe prodotto nulla di leggibile con una penna in mano.
Ogni tema trattato, ogni argomento di studio e prova di verifica è stata riadattata alle sue esigenze, tutto è stato studiato su misura per lui, usufruendo degli ausili didattici e informatici che gli hanno consentito di studiare alla stessa maniera degli altri, sostenendo interrogazioni e prove di verifica insieme ai compagni, senza diversità di trattamento.
Un atteggiamento che straordinariamente è stato mantenuto anche in occasione delle prove finali.

Questo è per me uno straordinario esempio di inclusione sociale riuscita, di solidarietà e amicizia tra compagni di classe e di eccezionale intesa tra équipe specialistica e docenti curricolari, che hanno messo al centro il benessere dello studente.
Tutti i docenti hanno preso in carico la formazione scolastica di mio figlio, che non è stata esclusivo compito dell’insegnante di sostegno e dell’assistente scolastica specialistica, e hanno anche dimostrato di aver colto nella presenza di Niccolò in classe, un’occasione anche per loro, per imparare a utilizzare programmi indispensabili per lui.
Gli hanno detto che è stato il loro “Pallone d’Oro”, quando lui, nei ringraziamenti conclusivi della sua tesina d’esame sui Campionati Mondiali di Calcio, ha riconosciuto ad ognuno il prezioso contributo nel suo percorso di studi, ma anche di crescita personale.

Credo che – al di là degli ausili, degli strumenti che facilitano l’attività didattica di questi studenti che devono misurarsi con le difficoltà connesse alle loro disabilità – l’aiuto più prezioso che possano ricevere in dono è questo scambio umano che è reciproco arricchimento.
Grazie a te, Niccolò, per avermi regalato l’emozione della promozione con lode, un premio sudato con fatica, e grazie a voi tutti, preside, insegnanti e compagni di classe, per avergli permesso di dimostrare di essere capace, nonostante tutto.

Ringraziamo Salvatore Nocera per la segnalazione.

Testo apparso anche in «QI – Il Quotidiano Italiano (Foggia)», con il titolo “Disabilità, da una scuola di Cerignola straordinario esempio di inclusione sociale”, e viene qui ripreso, con alcuni minimi riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.

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