Non si tagli il Fondo Sociale Regionale della Lombardia!

Tagliare infatti pesantemente il contributo regionale alla spesa sociale dei Comuni - come sembra accadrà in Lombardia - è grave dal punto di vista dei costi sociali, e non fa nemmeno risparmiare, poiché farebbe aumentare la domanda di prestazioni sanitarie. Dopo la denuncia del Forum del Terzo Settore Lombardia, anche la LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità), auspica che vi sia un ripensamento, da parte del Consiglio Regionale

Realizzazione grafica con una grande forbice che sembra tagliare una carrozzina«Come presidente della LEDHA, condivido in pieno l’allarme lanciato dal Forum del Terzo Settore Lombardia. Si tratta infatti di un taglio che sfiora il 20%, rispetto agli stanziamenti di un anno fa, già chiaramente insufficienti a garantire la continuità nei territori dei servizi sociali»: così Franco Bomprezzi, presidente della LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità), componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), oltreché direttore responsabile del nostro giornale «Superando.it», commenta quanto denunciato nei giorni scorsi dal Forum del Terzo Settore Lombardia, che aveva segnalato – come avevamo anche noi riferito – la prossima decurtazione del Fondo Sociale Regionale. «A fronte infatti dei 70 milioni di euro stanziati nel 2013 – si era letto in una nota diffusa dal Forum -, i Comuni ne riceveranno quest’anno dalla Regione solo 58 milioni, per organizzare le risposte ai bisogni sociali. Non molti anni fa, va ricordato, la dotazione di questo Fondo era pari a 100 milioni di euro».
«Il Fondo Sociale Regionale – veniva ancora spiegato – è il contributo regionale alla spesa sociale dei Comuni, che concorre in maniera determinante alla presa in carico di una domanda sociale che altrimenti non troverebbe risposta alcuna. In questo particolare frangente storico, ci saremmo aspettati che la Regione si impegnasse per riportare questa voce di investimento al livello dei primi anni 2000 e invece il taglio effettuato è un segnale brutto e pericoloso, brutto, perché accredita l’impressione che nel programma sociale della Giunta Regionale l’associazione di welfare e politiche di investimento fosse un mero artificio retorico, pericoloso perché gran parte dei Comuni lombardi con i bilanci ormai all’osso per questa ulteriore riduzione di risorse, si troveranno a dover tagliare o quanto meno ridurre alcuni interventi».

«Spiace particolarmente che questa così grave decisione – dichiara ancora Bomprezzi – si collochi in netta contraddizione con gli impegni programmatici della Regione nel campo dei servizi di welfare, impegni che apparivano orientati a favorire una maggiore attenzione ai progetti di vita e al budget di salute dei cittadini lombardi, nella consapevolezza che le attività di prevenzione, di assistenza domiciliare, di servizio alla persona e alla famiglia, siano l’unica vera arma a disposizione, per garantire da un lato la serenità dei cittadini più esposti alla crisi, dall’altro il minor ricorso a costosi interventi di carattere sanitario o residenziale sanitario».
Parole, queste ultime, pienamente confermate dal Forum Lombardo, secondo il quale «è provato che un allentamento delle risposte alle esigenze sociali si trasforma in un aumento della domanda di prestazioni sanitarie», cosicché anche il costo economico, oltre a quello sociale, rischia di essere «molto più alto del misero risparmio per le casse regionali».

«A questo punto ci auguriamo – conclude Bomprezzi – che vi sia un ripensamento da parte del Consiglio Regionale. Il tempo c’è e noi seguiremo da vicino tutti gli sviluppi di questa vicenda». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@ledha.it.

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