Venezia: no ai tagli sulla Vita Indipendente

C’è preoccupazione, nel Comune lagunare, per eventuali tagli ai contributi necessari alla Vita Indipendente delle persone con grave o gravissima disabilità, che senza quelle risorse rischierebbero di dover essere ricoverate in qualche istituto, perdendo così quel “diritto di cittadinanza” acquisito grazie a un sostegno garantito ormai da tre decenni

Persona con disabilità guarda il mare da una terrazza (foto in bianco e nero)«Sono tante le persone con disabilità, già fortemente provate, che temono la sospensione dei contributi di cui godono. Anche perché il silenzio degli uffici comunali, a ben sette mesi dall’inizio dell’anno, non fa che aumentare le loro inquietudini».
Lo ha dichiarato al quotidiano veneziano «Il Gazzettino» Giampaolo Lavezzo, già consigliere nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), a proposito delle preoccupazioni, nel Comune lagunare, espresse dalle persone con disabilità e dalle loro famiglie, rispetto al rischio di tagli sui contributi per la Vita Indipendente.
«Negli ultimi trent’anni – ha aggiunto Lavezzo – il Comune di Venezia si è distinto per avere garantito alle persone con grave o gravissima disabilità vari servizi socio-assistenziali, riuscendo a contrastare i ricoveri negli istituti. Ciò ha permesso a molti di “vivere la città”, di svolgere attività lavorative, di frequentare Centri Diurni, di godere insomma del diritto di cittadinanza, diritto inesistente, invece, per chi viene ricoverato in un istituto».

I timori, per altro, derivano anche dalle parole pronunciate nei giorni scorsi da Vittorio Zappalorto, commissario prefettizio del Comune di Venezia, dopo le dimissioni del sindaco Giorgio Orsoni, successive allo “scandalo MOSE”. Come riferisce infatti sempre «Il Gazzettino», «pur negando provvedimenti draconiani, Zappalorto ha però aggiunto che dovrà “per forza mettere mano a certi interessi, a servizi che da tempo facevano parte della tradizione civile e civica di questa città e per i quali Venezia è diventato un modello rispetto all’intera Regione Veneto”». Ebbene, ci saranno anche i contributi per la Vita Indipendente delle persone con disabilità, tra le cose cui «mettere mano»? L’auspicio di tutti, naturalmente, è che questo non accada, anche perché – oltre alla fine, per una serie di persone, di quel “diritto di cittadinanza” evocato da Lavezzo – con i ricoveri in strutture che notoriamente costano assai più di un progetto di Vita Indipendente, si arriverebbe al paradosso di migliorare da una parte il bilancio del Comune lagunare, causando dall’altra un oggettivo aggravio di spese. (S.B.)

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