Contributi eliminazione barriere: a Roma aspettano dal 2006!

Sono quelle centinaia di famiglie che hanno dovuto sottrarre migliaia di euro ai loro risparmi o addirittura richiedere finanziamenti, per adeguare il bagno, realizzare rampe di accesso, elevatori o ascensori. E pur essendo stati i loro interventi del 2006 e 2007 ammessi a finanziamento, essi non sono ancora liquidabili, senza parlare degli anni successivi. Per tutto ciò è partita una specificazione petizione, che ha già ottenuto varie adesioni

Particolare di una persona in carrozzina davanti a delle scaleÈ sotto gli occhi di tutti e non è un mistero: alla pagina Contributi superamento barriere architettoniche del sito del Comune di Roma viene specificato che le domande di contributo per i lavori effettuati nelle abitazioni di residenza di persone con disabilità e/o nei relativi condomini presentate tra l’aprile del 2006 e il dicembre del 2007, pur essendo state ammesse a finanziamento dall’ufficio municipale competente, non sono liquidabili in quanto «non è ancora avvenuto l’effettivo trasferimento dei fondi dalla Regione Lazio a Roma Capitale». Stiamo parlando di 188 domande presentate più di sette anni fa.
Tale situazione continua a persistere nonostante la Direzione Regionale Infrastrutture, Ambiente e Politiche Sociali del Lazio (Area Edilizia Pubblica e Opere Sociali) abbia provveduto ad emettere il 9 luglio 2013 un provvedimento di liquidazione (n. 2013/0014233). E tuttavia – pur sollecitata più volte tramite il Difensore Civico Regionale – la Ragioneria della Regione Lazio non fornisce spiegazioni del perché non sia stato dato seguito a detto provvedimento di liquidazione.
Sempre attraverso la Sezione Urbanistica del sito del Comune di Roma è possibile poi prendere visione delle centinaia di domande ammesse a finanziamento e mai liquidate nel 2009, 2010, 2011, 2012 e 2013. Del 2008, infine, non è dato sapere perché il Comune di Roma non ha pubblicato nulla.
Centinaia di famiglie che hanno dovuto sottrarre migliaia di euro ai loro risparmi o addirittura richiedere finanziamenti con relativi interessi, per poter adeguare il bagno, per realizzare rampe di accesso, elevatori o ascensori. E chi non abbia ancora compreso la gravità di tale situazione può fare un esercizio di immaginazione (oggi la PNL [Programmazione Neuro Linguistica, N.d.R.] va molto di moda), provando a visualizzare come si sentirebbe se improvvisamente il proprio bagno fosse fuori servizio o la porta di casa fosse murata.

La Legge 13 del 9 gennaio 1989 (Disposizioni per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati), che regolamenta i finanziamenti in questione, è stato un tentativo – tardivo e neanche del tutto efficace -, di rimediare alla totale mancanza di regolamentazione e pianificazione rispetto alla costruzione di edifici per abitazione che fossero accessibili alle persone con disabilità.
Ad oggi, sul territorio di Roma, sono pochissimi gli edifici progettati in maniera tale da essere già accessibili alle persone non deambulanti. Non finanziare, quindi, le domande di contributo per l’abbattimento delle barriere significa negare i princìpi stessi ratificati dalla Legge 13/89 e di fatto discriminare le persone con disabilità, che si trovano costrette con le sole proprie risorse economiche a dover supplire alla mancanza di un piano di superamento delle barriere architettoniche.

Per tale motivo, quindi, è partita una petizione che ha già raccolto centinaia di firme, apposte anche da tante persone che non appartengono al cosiddetto mondo della disabilità, le quali l’hanno sottoscritta per pura solidarietà, dato che sono totalmente estranee alla vicenda. Centinaia di persone cui va tutto il nostro più sincero ringraziamento.
E a questo punto l’auspicio è che anche le figure più rappresentative del movimento per i diritti delle persone disabili del Lazio e non solo vogliano sostenere questa battaglia, senza se e senza ma, per ribadire il principio basilare secondo il quale ogni persona è disabile se vive in un ambiente non idoneo alle sue caratteristiche fisiche e mentali e che è un dovere della collettività provvedere a renderlo accogliente per chiunque.

Nello specifico, la petizione è indirizzata al Dirigente del Dipartimento Infrastrutture e a quello della Ragioneria della Regione Lazio, per chiedere che vengano in breve tempo saldate tutte le domande ammesse a finanziamento e che venga garantita copertura costante a un fondo per l’abbattimento delle barriere architettoniche, sia nei luoghi pubblici che in quelli privati. (Lelio Bizzarri)

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