L’avevamo certamente auspicato, un chiarimento sulla vicenda da noi segnalata nei giorni scorsi, riguardante la dodicesima Itullians Convention, 40 Years of Jethro Tull, raduno di fans italiani dello “storico” gruppo rock inglese, svoltosi il 18 ottobre al Teatro Comunale di Alessandria, rispetto al quale una persona con disabilità aveva scritto alla nostra redazione, parlando di «indifferenza e rifiuti incontrati» per l’occasione (se ne legga al testo disponibile cliccando qui).
E il chiarimento è prontamente arrivato, da parte dello stesso presidente del Club Itullians, Aldo Tagliaferro, al cui messaggio diamo naturalmente spazio qui di seguito, prendendo atto con soddisfazione che la volontà di discriminare proprio non c’era, da parte di alcuno.
«Con Aldo [la persona che aveva segnalato la vicenda, N.d.R.] ci sentiamo da anni, abbiamo tutti la mail, il cellulare, gli indirizzi, ci si incontra ai concerti», scrive infatti Tagliaferro. «Mi fa molto piacere vederlo a ogni concerto, anche perché sono circa dieci anni che teme di non potercela fare al concerto successivo e invece è fortunatamente sempre con noi. Ecco, la cosa che mi ha dato più fastidio è stata proprio l’accusa di avere discriminato chi soffre di una disabilità di cui siamo a conoscenza perfettamente da anni».
«Ad Aldo – continua il messaggio – abbiamo già fatto incontrare Ian Anderson [il leader dei Jethro Tull, che il lettore accusava appunto di non aver potuto incontrare, N.d.R.], con tanto di foto e autografi, non una, ma due volte ed è comprensibile che egli voglia altri incontri, in fondo siamo tutti dei fans, io per primo. Ma devo ricordare che ad Alessandria le persone che avevano lo stesso desiderio erano ben 1.200. Come fare per accontentarli tutti? Selezionando un gruppo di “eletti”? Due anni fa, alla convention precedente, avevamo proprio fatto così e Aldo era stato tra loro, ma poi tutti i “non eletti” ci avevano accusati di fare discriminazioni».
«È un’accusa infamante – conclude il presidente del Club Itullians – quella di discriminare una persona a causa della sua disabilità, che respingiamo categoricamente, anche perché ad Aldo, proprio ad Alessandria, avevamo riservato un posto in prima fila. Ed è anche per questo che, di fronte ad accuse del genere, stiamo riflettendo se continuare o meno a farci carico di queste iniziative, che conduciamo da volontari, “rubando” tempo al lavoro e alla famiglia». (S.B.)
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