560 milioni in meno per il Sociale

di Franco Pesaresi*
Sembra proprio un paradosso: proprio nel momento in cui servirebbero più risorse da dedicare al settore sociale, per compensare una grave crisi economica, tali risorse vengono ridotte, contribuendo ad acuire gli effetti della crisi sulle famiglie italiane più fragili. E tuttavia è proprio quanto rischia di accadere con la Finanziaria per il 2009, che prevede pesanti tagli ai capitoli di spesa socio-assistenziale da erogare a Regioni e Comuni

Disegno di forbice che taglia una busta con dei soldiL’Italia sta attraversando un difficile momento economico, figlio di una congiuntura internazionale e in questa situazione la finanza cerca di contenere i danni, i consumi si riducono, le industrie hanno difficoltà di mercato, aumentano la cassa integrazione e la disoccupazione.
Per contrastare la situazione, il Governo ha preso una serie di iniziative per sostenere il sistema finanziario, ma crediamo che non si possa limitare l’intervento solo a questo. Occorre infatti sostenere anche i consumi delle famiglie e aiutare i nuclei familiari che sono caduti in una situazione di disagio socio-economico o di vera e propria povertà.

E tuttavia la Legge Finanziaria per il 2009 – attualmente in discussione al Parlamento – non sembra preoccuparsi delle ricadute della situazione economica sulle famiglie più fragili, dal momento che i capitoli di spesa socio-assistenziale da erogare a Regioni e Comuni subiscono una sforbiciata pesante di 560 milioni di euro (-19%) rispetto al 2008.
In sostanza, tutte le voci di spesa del sociale gestite localmente sono ridotte in modo evidente, con l’unica eccezione del Fondo per le Non Autosufficienze.
La riduzione più consistente si registra nel Fondo Nazionale per le Politiche Sociali che, nella quota destinata a Regioni e Comuni (la parte più rilevante va all’INPS) e con cui questi ultimi finanziano tutte le attività per anziani, minori e disabili, si riduce addirittura del 50% rispetto al 2007.
Tocca poi il minimo storico anche il Fondo Nazionale per il Sostegno all’Accesso alle Abitazioni in Locazione (Legge 431/98) che si riduce di 44 milioni, ma che dal 2001 al 2009 è sempre sceso (fatta eccezione per il 2006), passando dai 362 milioni del 2000 ai 162 del 2009.
Con queste risorse gli Enti Locali aiutano i nuclei familiari più poveri a pagare il canone di locazione e la costante riduzione del finanziamento non fa che rendere ancora più pesante una situazione che vede, soprattutto nelle aree metropolitane, il numero delle domande di contributo in costante aumento nel tempo e, parallelamente, la costante diminuzione del grado di copertura del contributo erogato.
E ancora, il Fondo Nazionale per l’Inclusione Sociale degli Immigrati è addirittura scomparso nel breve volgere di due anni. Nel 2007 lo stanziamento era di 50 milioni, nel 2008 di 100 milioni – poi frettolosamente ridotti a 5 – per poi essere azzerato per il 2009. Scomparso.
Tagli importanti, inoltre, si registrano anche nel Fondo Nazionale per il Servizio Civile, nel Fondo per le Politiche Giovanili e in quello per le Pari Opportunità.
E anche i temi più cari all’attuale Governo non vengono risparmiati. Infatti, il Fondo per le Politiche per la Famiglia subisce un taglio del 31%.
L’unico intervento che, come detto, ottiene un’integrazione del finanziamento è costituito dal Fondo per le Non Autosufficienze che passa dai 300 milioni del 2008 ai 400 del 2009.

Buona parte di queste risorse – vale la pena ricordarlo – sono destinate ai Comuni che le utilizzano per finanziare i servizi sociali. La riduzione dei finanziamenti per i Comuni stessi è assai rilevante: è come se per un anno venisse del tutto cancellato il Fondo Nazionale per le Politiche Sociali.
Il risultato complessivo di questa pesante riduzione dei finanziamenti statali per il sociale – che si assomma drammaticamente a quello avvenuto anche nel 2008 – avrà dunque un impatto dirompente sulle politiche sociali dei Comuni che devono far fronte ai rilevanti tagli subiti anche negli altri settori.
Si avrà una riduzione dei servizi sociali, del livello di copertura della popolazione fragile e un aumento delle quote di partecipazione alla spesa a carico dell’utente. Esattamente il contrario di quello che dovrebbe accadere nei momenti di crisi economica!
Si tratta infatti di un vero e proprio paradosso: proprio nel momento in cui servirebbero più risorse da dedicare al settore sociale, per compensare una grave crisi economica, tali risorse vengono ridotte e contribuiscono ad acuire gli effetti della crisi sulle famiglie italiane più fragili.
Speriamo, speriamo davvero, che ci sia il tempo e il modo per rimediare a queste scelte.

*Presidente dell’ANOSS (Associazione Nazionale Opreratori Sociali e Sociosanitari).
**Cliccando qui è disponibile una tabella curata dallo stesso Autore del presente articolo, ove si fornisce una comparazione tra gli stanziamenti per il settore sociale della Finanziaria per il 2008 e quelli previsti nella Finanziaria per il 2009.

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