Nei giorni scorsi anche il Tribunale di Roma – così come era già successo nell’estate scorsa con quello di Milano e come aveva riferito anche il nostro giornale – ha respinto per «inammissibilità» il ricorso collettivo nazionale presentato per ottenere riconoscimento e tutela del lavoro di cura dei caregiver familiari, di coloro cioè che in àmbito domestico si prendono cura di un congiunto affetto da grave disabilità e non in grado di compiere autonomamente gli atti necessari alla propria sopravvivenza e al proprio benessere.
E tuttavia non intende affatto demordere il Comitato promotore dell’iniziativa, sostenuto principalmente dal blog La Cura Invisibile e dal Coordinamento Nazionale Famiglie di Disabili Gravi e Gravissimi, che ha anzi voluto “rilanciare” a livello continentale, avviando una petizione al Parlamento Europeo, nella quale si chiede a quest’ultimo di intervenire «riguardo alle condizioni di vita del caregiver familiare in Italia» e di agire nei confronti dello Stato Italiano, «per far sì che anche per i family caregiver italiani vengano rispettate politiche sociali di sostegno adeguate all’intensità del lavoro di cura cui sono sottoposti, senza alcun vincolo di bilancio, nel rispetto della Convenzione Europea per la Salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà Fondamentali».
Sempre nella petizione si chiede anche che il Parlamento Europeo «approfondisca l’aspetto che vede lo Stato italiano stanziare fondi ingenti per gli istituti di ricovero per persone con disabilità e di contro riservare somme minime e residuali al sostegno delle stesse persone a casa propria». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: lacurainvisibile@gmail.com; presidenza@famigliedisabili.org.
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