«Chi era Toro Seduto? Un condottiero sioux, forte e coraggioso, che non aveva paura. Un capo impavido, che non esitò a combattere contro gli invasori della sua libertà, sua e della sua gente; contro chi minacciava di togliergli con le armi il respiro e la vita stessa».
Lo si legge nella presentazione dello spettacolo teatrale Toroseduto – Storie di normale disabilità, la cui messa in scena, curata dall’Associazione Culturale Teatrale Metamorphé di Roma, verrà rappresentata nella capitale presso il Duncan 3.0 (Via Anassimandro, 15, Zona Pigneto), da sabato 6 a lunedì 8 dicembre (ore 21 il 6 e il 7, ore 18 l’8) e da venerdì 12 a domenica 14 dicembre (ore 21 il 12 e il 13, ore 18 il 14).
«Ma chi è Toro Seduto oggi?», leggiamo ancora. «È chiunque scelga di non abbassare la testa, chiunque mantenga lo sguardo fisso all’orizzonte, perso tra prateria e cielo. Fino all’obiettivo da raggiungere. Oggi Toro Seduto è il dj della “radio della riserva”. Ha smesso di camminare dopo un brutto incidente che gli ha “spezzato la colonna e la vita”. Un incidente dopo il quale si potrebbe, semplicemnete, smettere: smettere di pensare, di sentire, di provare e di andare. Smettere di vivere. Un incidente dopo il quale Toro Seduto ha scelto di rialzare la testa. Con fatica, ma di rialzarla. E ha scelto di intraprendere un viaggio lungo, faticoso, spesso doloroso. Un viaggio che passa attraverso le sue parole, le parole urlate o sussurrate dalla sua radio. Parole ascoltate da molte altre persone che si trovano nella sua stessa condizione. Ascoltatori, lontani o vicini, che sanno condividere il dolore, l’amarezza, la gioia, la speranza e il disincanto. Un popolo di altri Toro Seduto che combatte contro le strutture inospitali e il pregiudizio, contro tutta quella parte di mondo che vorrebbe relegarli alla condizione di invisibili. Invisibili perché disabili. Disabili ma non finiti. Ed è questo che Toro Seduto racconta tutti i giorni».
“Toro Seduto” è dunque Michele Franco, autore e regista dell’opera teatrale di cui si parla, «nostro socio disabile in carrozzina dal 2005 a seguito di un incidente stradale – come spiegano dall’Associazione Metamorphé – che ha voluto raccontare la sua esperienza attraverso il linguaggio teatrale, a lui noto da anni, ribaltando i luoghi comuni più frequenti relativi a chi si trova a vivere su una carrozzina e proponendo una visione integrata del disabile, lontana da semplici patetismi e più aderenti alla realtà».
Lo spettacolo fa parte del progetto Scenari al di là delle barriere. Un teatro per l’integrazione, che ha vinto quest’anno il Bando della Provincia di Roma Progetti culturali per la promozione dei soggetti espressione del territorio.
La performance sarà interpretata da una compagnia integrata di attori normodotati e non e al fine di approfondire le tematiche affrontate, è previsto in coda all’ultima replica del 14 dicembre un incontro con le associazioni e gli operatori del mondo della disabilità. (S.B.)
Associazione Culturale Teatrale Metamorphé
tel. 347 8155443, metamorphe@libero.it.
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