Ministero della Salute, un atto di indirizzo che pesa

Il 16 dicembre il ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali Maurizio Sacconi ha firmato un atto di indirizzo rivolto alle Regioni, in cui si dichiara che le strutture pubbliche e private del Servizio Sanitario Nazionale che interrompono la nutrizione e l'idratazione delle persone in stato vegetativo permanente commettono un atto illegale

Il ministro della Salute Maurizio SacconiRivolgendosi ai presidenti delle Regioni e delle Province Autonome di Trento e Bolzano, martedì 16 dicembre il ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali Maurizio Sacconi ha firmato un atto di indirizzo a proposito dell’idratazione e della nutrizione negli stati vegetativi permanenti, che dichiara l’illegalità di un atto di sospensione degli stessi quando effettuato da strutture pubbliche e private del Servizio Sanitario Nazionale. In tal senso il ministro sostiene la disposizione facendo riferimento a un parere del Comitato Nazionale di Bioetica, a uno di un Gruppo di Lavoro interno al suo Dicastero e alla Convenzione ONU sui diritti delle Persone con Disabilità.

Il Comitato Nazionale di Bioetica è un organo istituzionale privo di potere legislativo, che ha la funzione di «orientare gli strumenti legislativi e amministrativi volti a definire i criteri da utilizzare nella pratica medica e biologica per tutelare i diritti umani e evitare gli abusi». Il parere cui l’atto del ministro fa riferimento è datato 30 settembre 2005 (se ne può leggere il testo integrale cliccando qui).
In esso si dichiara che il sostentamento ordinario di base è un atto dovuto eticamente, deontologicamente e giuridicamente, in quanto indispensabile per garantire le condizioni fisiologiche di base per vivere e deve continuare finché il corpo è in grado di assimilarlo o si verifica uno stato di intolleranza clinicamente rilevabile collegato all’alimentazione.
Ancora, il documento del ministro cita il parere del Comitato anche nel punto in cui lo stesso individua il problema bioetico centrale relativo alle persone in stato vegetativo permanente nel loro essere dipendenti dagli altri per quanto riguarda le esigenze fondamentali della vita (acqua, cibo, riscaldamento, pulizia e movimento) e ritiene che quando queste esigenze vengono corrisposte, dette persone possono sopravvivere anche per anni e non possono quindi essere sempre considerate “malati terminali”.

Come già detto, l’atto di indirizzo ministeriale cita anche una definizione data dal Gruppo di Lavoro Stato Vegetativo e Stato di Minima Coscienza, istituito all’interno del Ministero stesso, secondo cui lo stato vegetativo è potenzialmente reversibile, oltre all’art. 25 della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità secondo cui le persone con disabilità hanno il diritto di godere del migliore stato di salute possibile, senza discriminazioni fondate sulla disabilità. Tale articolo impone inoltre agli Stati di «prevenire il rifiuto discriminatorio di assistenza medica o di prestazione di cure e servizi sanitari o di cibo e liquidi in ragione della disabilità». Il ministro considera la persona in stato vegetativo permanente come persona con disabilità e ritiene quindi pertinente la citazione del suddetto articolo 25. Ricordiamo qui che il 28 novembre scorso il Governo italiano ha approvato il Disegno di Legge per la ratifica della Convenzione, approvata dall’ONU il 13 dicembre 2006.

Il contenuto dell’atto prodotto dal ministro Sacconi ostacola l’applicazione della sentenza emanata dalla Corte di Cassazione il 13 novembre scorso che aveva accolto la richiesta di interrompere l’alimentazione e l’idratazione nei confronti di Eluana Englaro. Secondo alcuni giuristi servirebbe un mandato esecutivo da parte della Corte, in grado di superare il vincolo legale di tale atto ministeriale. (Barbara Pianca)

Il testo integrale dell’atto di indirizzo prodotto dal ministro Sacconi è disponibile cliccando qui.
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