Palermo: vuoto istituzionale sui servizi semiredisenziali

Lo denuncia con forza la Rete dei CSE (Centri Socio Educativi) per Disabili del capoluogo siciliano, che di fronte a una situazione non più sostenibile - causa della riduzione o addirittura della sospensione delle attività svolte in quelle strutture - ha chiesto una formale audizione al Consiglio Comunale di Palermo, preferibilmente già entro la fine di questo 2014

Foto di ombre che precedono e spòingono una carrozzina, di cui si vede la parte inferioreCi siamo già più volte occupati delle difficili e dure battaglie condotte dalla Rete dei CSE (Centri Socio Educativi) per Disabili di Palermo, composta da cinque associazioni e tre cooperative, costituite prevalentemente da familiari, che si occupano da molti anni di fornire servizi, sostegno e supporto alle persone con disabilità. Battaglie, per altro, che continuano tuttora, scontrandosi ancora una volta con le mancate risposte del Comune di Palermo, se è vero che la stessa Rete ha chiesto in questi giorni una formale audizione al Consiglio Comunale del capoluogo siciliano.
«È dalla fine del 2012 – si legge infatti in una nota prodotta dalla ONLUS -, dopo che si era conclusa una delle azioni previste dal Piano di Zona 2009-2012 del Distretto Socio Sanitario n. 42 (il cui Comune capofila è appunto quello di Palermo), che i Centri Socio Educativi delle nostre organizzazioni non ricevono alcun finanziamento dal Comune di Palermo, cosicché, per continuare le attività, hanno dovuto autofinanziarsi, con il supporto quasi esclusivo di famiglie già abbastanza duramente provate dalla vita. Tutto ciò ha comportato, per alcuni Centri, la riduzione delle attività o, addirittura, la sospensione delle stesse».

«Gli incontri da noi avuti con l’Assessore alla Cittadinanza del Comune di Palermo – prosegue la nota – e le proteste civili delle organizzazioni e dei familiari hanno solo generato, nel mese di marzo di quest’anno, la pubblicazione di un Avviso Pubblico per dieci Centri Socio Educativi per Disabili, per la durata di sei mesi e ancora in fase di espletamento. In tal senso, è stato più volte sollecitato un intervento dell’Amministrazione Comunale che potesse colmare il vuoto istituzionale esistente in città, relativo ai servizi semiresidenziali per persone con disabilità grave. E più volte abbiamo sollecitato l’Amministrazione Comunale circa l’istituzione di un apposito Capitolo di Bilancio dedicato, richiesta rimasta ancora disattesa, anche nel Bilancio di Previsione appena approvato».
«Questa grave situazione – dichiarano ancora gli esponenti della Rete dei CSE palermitani – continua a generare notevoli danni alle persone con disabilità e ai loro familiari, non essendo garantiti, dal Comune, i minimi livelli di assistenza. Da qui la decisione di richiedere con urgenza un’audizione al Consiglio Comunale, durante la prima seduta utile dello stesso, e comunque, preferibilmente, entro la fine dell’anno in corso».

«Vogliamo ricordare agli Organi Istituzionali – è la conclusione della nota – che rispetto alle persone con disabilità e ai loro familiari viene costantemente ignorata la Convenzione ONU che ne sancisce i diritti, soprattutto quando l’assenza o l’inadeguatezza di servizi dedicati nega loro il legittimo diritto alla vita stessa». (S.B.)

La Rete dei CSE (Centri Socio Educativi) per Disabili di Palermo è composta da cinque associazioni (AFADI-Associazione Famiglie di Disabili, Apriti Cuore, ARC-Associazione Recupero Cerebrolesi, Club Garden e Futuro Semplice) e da tre cooperative (Edificando, La Fraternità e La Provvidenza). Per ulteriori informazioni: retecsepad@libero.it.

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