«Nemmeno un euro di tagli ai fondi sociali e in particolare ai progetti personalizzati delle persone con disabilità grave»: è sostanzialmente questo che si chiederà durante il presidio di protesta organizzato per mercoledì 10 dicembre a Cagliari, davanti all’Assessorato Regionale alla Sanità della Sardegna, dal Comitato 16 Novembre, iniziativa cui aderirà anche l’ABC Sardegna (Associazione Bambini Cerebrolesi).
La questione riguarda sia i mesi scorsi che il nuovo anno ormai imminente. Da una parte, infatti – sempre in riferimento ai progetti personalizzati relativi alla Legge 162/98 – manca il saldo dei pagamenti ai Comuni, da parte della Regione, per circa 38 milioni di euro, con la conseguenza che migliaia di operatori sociali non ricevono lo stipendio da cinque mesi; dall’altra parte, la Regione stessa non risulta avere ancora avviato i bandi per i progetti del 2015, creando dunque una situazione di totale incertezza.
Oltre quindi al pagamento immediato degli arretrati ai Comuni, «il presidente della Regione Francesco Pigliaru – si legge tra l’altro in una nota di Salvatore Usala, segretario del Comitato 16 Novembre – deve garantire in un comunicato che non ci sarà un euro di tagli ai fondi sociali. Siamo disponibili a discutere a tutto campo: schede sanitarie e sociali, finalità dei fondi, nuove linee guida, ma non di tagli, non si torna indietro».«Vista poi la situazione di emergenza – aggiunge Usala – vogliamo la proroga dei progetti in corso della Legge 162/98 per tre mesi per tutti i beneficiari, con Delibera entro e non oltre il 15 dicembre e contestualmente l’apertura del nuovo bando per i progetti del 2015, senza nessuna ulteriore esitazione».
In Sardegna, lo ricordiamo, l’applicazione dei progetti personalizzati come da Legge 162/98 è giustamente considerata, ormai da molti anni, come una sorta di “fiore all’occhiello” della Regione, ciò che non si manca di sottolineare nella nota con cui l’ABC Sardegna esprime la propria adesione alla protesta del 10 novembre a Cagliari. Vi si scrive infatti: «Sapete cosa vuol dire mettere a rischio migliaia di progetti personalizzati di persone autistiche gravi, di persone allettate gravissime, di giovani e meno giovani che hanno subito gravissimi traumi cerebrali o alla spina dorsale? O di un distrofico, o di un ragazzo con sindrome di Down? Ci sono quattordici anni di sperimentazione alle spalle, con grandissimi successi e buone prassi. Ma forse qualcuno vuole riempire gli istituti di ricovero? Non lo farà sulla nostra pelle!». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: usala@tiscali.it (Comitato 16 Novembre); abc@abcsardegna.org (ABC Sardegna).
Articoli Correlati
- Sardegna: perché va sostenuta l'attuazione della Legge 162 Sono ancora tante le criticità e le emergenze da affrontare - sia a livello di risorse finanziarie che organizzative - ma si può certamente parlare di un "modello Sardegna", per…
- Cresce la protesta in Sardegna, ma anche la consapevolezza A più voci, i tanti partecipanti all'assemblea organizzata il 5 novembre a Cagliari dal Comitato dei Familiari per l'Attuazione della Legge 162/98 in Sardegna - insieme alla locale Consulta Provinciale…
- In piazza a Cagliari, per difendere i diritti «Si vogliono ridurre i sostegni alle persone e famiglie che vivono la disabilità e la non autosufficienza, favorendo anche il lavoro nero? Si vuole istituzionalizzare anziché includere?»: lo chiederanno alla…