Il teatro è fondamentalmente corporeità ed emozione e il teatro sociale è l’incontro vivo della comunicazione, dello sguardo, è arte totale del corpo dell’attore insieme ad altri corpi, in un tripudio di emozioni nella piena ricerca dell’identità.
Un teatro, quello del sociale, da connotare dunque come “teatro del diverso” che si misura con se stesso e crea suggestioni, che va al di là della riabilitazione, che oltrepassa il limite del terapeutico per diventare realtà vissuta e consapevole.
Il recente libro Diversabili e teatro. Corpo ed emozioni in scena (Edizioni Del Cerro), pubblicato da Andrea Mannucci e Luana Collacchioni, vuole affrontare tali tematiche, catturando in particolare l’attenzione di educatori, insegnanti e genitori, per proporsi come strumento di autonomia e di riscoperta – o forse scoperta effettiva – di un mondo sommerso colmo di suggestioni e di insegnamenti per tutti. Infatti il teatro incontra qui il disagio e lo tramuta in valore, ponendosi obiettivi che si situano a livello psicologico, educativo e di autorealizzazione.
L’opera è divisa in due parti, ove nella prima si analizza – sia storicamente che a livello emozionale – il significato profondo della comunicazione corporea, emozionale e razionale dell’essere umano, al di là delle differenze che lo caratterizzano, per costruire una piattaforma teorica ed epistemologica della diversità come valore profondo.
Nella seconda parte, invece, si dà spazio ad esperienze vissute e comprovate da anni di studio e di lavoro con persone disabili, con individui carichi di stimoli, di potenzialità, di messaggi repressi da secoli di ideologie segreganti e falsamente reali.
Gli autori, unitamente all’esperienza pluriennale del gruppo di lavoro toscano Isole Comprese Teatro, intendono dare uno strumento, non solo di lettura del valore della corporeità e delle emozioni come collante fra mente e corpo, ma anche di strategia educativa che aiuti il “diverso” ad essere “incluso” a pieno titolo nella realtà di una società che sempre più ha bisogno della diversità per conoscere se stessa e per autorealizzarsi pienamente. (Isole Comprese Teatro)