«La Regione Veneto è un esempio di ritorno al passato, di assenza di strategie. Il sociale è un’isola di sofferenza, un “caos calmo” che prima o poi esploderà».
La denuncia proviene dalla FISH Veneto (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), che in un’approfondita analisi intitolata Il Veneto e la sperimentazione per la Vita Indipendente e l’inclusione sociale, curata da Flavio Savoldi, coordinatore della Federazione Regionale e da Elisabetta Gasparini, coordinatrice dei Comitati Regionali per la Vita Indipendente, racconta come, nel realizzare la Linea di Intervento 3 (Politiche, servizi e modelli organizzativi per la vita indipendente e l’inclusione) del Programma d’Azione Biennale per la Promozione dei Diritti e l’Integrazione delle Persone con Disabilita (DPR del 4 ottobre 2013), documento nato per attuare la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità – e in particolare l’articolo 19, Vita Indipendente ed inclusione nella società – «la Regione Veneto, dopo essersi lamentata per i tagli del Governo alle Regioni, rinuncia a un finanziamento di 400.000 euro».
Quello citato è certamente un documento quanto mai interessante – di cui raccomandiamo caldamente la lettura – che oltre a spiegare dati alla mano perché «il tentativo di dare concretezza all’articolo 19 della Convenzione sia miseramente naufragato, e non solo in Veneto», dà piena sostanza a quanto dichiarato in una nota da Flavio Savoldi, secondo il quale «le politiche sociali, regionali e nazionali, possono dare risposte o lasciare incancrenire i problemi. Le risposte, cioè gli indirizzi, i programmi e i finanziamenti per realizzarli si devono costruire anche quando la situazione economica del Paese non è florida e tende anzi al peggio. La politica proprio nei momenti di maggiore difficoltà dovrebbe dare il meglio di se stessa. Non è esattamente quello che sta avvenendo in Veneto».
Né cambia di molto il giudizio sulla politica sociale dell’attuale Governo. Essa, infatti, secondo Savoldi, «non è tanto diversa e non si vedono strategie e programmi degni di nota, ma solo aggiustamenti compatibili con le risorse finanziare, totalmente avulsi da una politica tesa al rispetto dei diritti delle persone. La logica, per semplificare, è ancora quella della “social card”, ovvero “quattro soldi ai poveri” e non a tutti». (S.B.)
Ricordiamo ancora la disponibilità del documento intitolato Il Veneto e la sperimentazione per la Vita Indipendente e l’inclusione sociale, di cui si parla nella presente nota. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: fishveneto@libero.it.
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