«Spesso – sottolineano dall’ANFFAS di Modica, in provincia di Ragusa (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale) – non disporre di una tempestiva assistenza o di servizi adeguati può davvero fare la differenza, specie se si parla di bambini tracheotomizzati, impossibilitati a muoversi, non vedenti e/o non udenti, che vivono in una condizione di costante precarietà».
Per manifestare dunque il forte disagio che tale precarietà comporta, alcune famiglie della Provincia di Ragusa hanno voluto incontrare Maurizio Aricò, responsabile dell’ASP 7 di Ragusa (Azienda Sanitaria Provinciale), insieme ai rappresentanti del CSR (Consorzio Siciliano di Riabilitazione) e delle Sezioni ANFFAS di Modica e Ragusa, per raccontare i tanti disservizi che, nel corso degli anni, hanno messo seriamente a rischio la vita dei loro figli, come le lunghissime ed estenuanti ore di attesa o, nei casi più critici, il trasporto in elisoccorso fino a Palermo a causa dell’inadeguatezza delle strutture o del personale preposto.
È proprio da queste difficili esperienze che è nato tra l’altro Libero accesso, progetto sostenuto da tutte le Associazioni del territorio, di cui riferiamo dettagliatamente nel box in calce, che predispone percorsi per l’accoglienza e l’invio di pazienti non collaboranti sia minori che adulti e che le famiglie hanno voluto presentare per l’occasione.
Dal canto suo il manager dell’ASP 7 si è impegnato personalmente a mettere in condizione ogni ospedale della propria Azienda Sanitaria di accogliere qualunque tipo di paziente, anche minori gravissimi, facendosi carico della formazione del personale adeguato e del potenziamento dei Reparti di Pediatria a Ragusa e di Neonatologia a Modica e Vittoria.
Si tratta per altro di iniziative che si collocano nello stesso segno di quella intrapresa poco tempo fa dall’ANFFAS, che ha proposto a tutti i Comuni del Distretto di presentare una mozione – così come avvenuto a Modica – per l’istituzione di nuove unità riabilitative nel proprio nosocomio a vantaggio di persone con disabilità e non solo.
Un altro aspetto importante dell’incontro con il responsabile dell’ASP 7 ha riguardato i servizi. «La scarsezza delle risorse da destinarvi -ricordano in tal senso dall’ANFFAS di Modica – è purtroppo questione nota, ma le stesse famiglie hanno fatto presente come molti sprechi potrebbero essere evitati, se ci fosse ad esempio la possibilità di applicare l’articolo 14 della Legge 328/00 che grazie a un progetto personalizzato, metterebbe in luce i bisogni della persona a 360 gradi, assegnandole effettivamente ciò di cui necessita, piuttosto che servizi e risorse che, di conseguenza, potrebbero essere destinati altrove. Affinché però questa “fotografia” della persona sia possibile, sarebbe necessaria una UVD (Unità di Valutazione della Disabilità), che presso l’ASP di Ragusa non è ancora stata istituita, ma che il responsabile di essa, facendosi carico del bisogno di tante altre famiglie, oltreché di quelle presenti, si è impegnato a costituire, in modo da ottenere, finalmente, dei progetti di vita e, con questi, degli interventi mirati». (S.B.)
L’ANFFAS di Modica spiega il Progetto Libero accesso
Destinato alle persone con disabilità minori o adulte non collaboranti, il Progetto Libero accesso, recentemente presentato all’ASP 7 di Ragusa (Azienda Sanitaria Provinciale), con il consenso di tutte le Associazioni del territorio, si pone una serie di obiettivi:
° aiutare le persone con disabilità a superare i disagi che si trovano ad affrontare in un ambiente a loro estraneo;
° garantire alle persone con disabilità la possibilità di essere seguite da familiari e operatori, se non riescono a trovarsi loro agio in strutture ospedaliere, per tutto il loro percorso assistenziale;
° facilitare il lavoro degli operatori sanitari che avranno il contatto con la persona con disabilità;
° puntare all’apertura di un Reparto di Rianimazione Pediatrica con adeguate attrezzature e con personale ben capace;
° provvedere a far sì che tutte le postazioni di elisoccorso del territorio regionale siciliano siano abilitate al volo notturno;
° prevedere la riserva di stanze per pazienti con disabilità grave e gravissima non collaboranti.
Queste le azioni e le modalità operative da adottare, per raggiungere i suddetti obiettivi:
– la persona disabile, con tutta la propria documentazione, dev’essere accettata presso l’Unità Operativa di Pronto Soccorso, ove le venga consegnato un codice e le sia garantito di poter essere accompagnata da un familiare od operatore, durante tutto il periodo di permanenza all’interno del presidio ospedaliero;
– in caso di necessità, le persone con disabilità possono essere inviate a Reparti al di fuori del Pronto Soccorso; sarà il personale del Pronto Soccorso stesso a riferire sulla situazione al personale del Servizio di arrivo dell’utente;
– attivare un’Unità Operativa di Rianimazione e Terapia Intensiva Pediatrica, con personale e attrezzature adeguate e specifiche, ciò che permetterebbe di superare le problematiche legate a ricoveri impropri e rifiuti di ricovero:
– prevedere e attivare almeno una stanza riservata a pazienti adulti con disabilità grave o gravissima in ogni presidio ospedaliero.
Nel progetto è fondamentale la presenza, l’aiuto, il sostegno e soprattutto la responsabilità di figure professionali, sia sociali che sanitarie, come: infermiere; medico di Pronto Soccorso; infermiere di Pronto Soccorso; personale di Pronto Soccorso; personale presente all’accettazione dei Servizi Diagnostici di Consulenza Specialistica, con le proprie attività da svolgere.
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: info@anffasmodica.it.
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