La Giornata Nazionale del Braille del 21 febbraio è una ricorrenza volta a sensibilizzare «l’opinione pubblica nei confronti delle persone non vedenti», come recita la Legge 126 del 3 agosto 2007, che diede seguito agli sforzi e alle richieste di chi si occupa di cecità e della sua prevenzione.
Si tratta di una celebrazione che contribuisce a dare maggiore valore al sistema inventato da Louis Braille, il genio francese divenuto cieco a soli 3 anni in seguito a un incidente nel laboratorio del padre e la data del 21 febbraio è stata scelta perché coincide con la Giornata Mondiale della Difesa dell’Identità Linguistica promossa dall’Unesco.
Numerose sono le iniziative promosse per il 21 febbraio dalle varie Sezioni dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) in tutta Italia. Oltre a quelle già segnalate nel nostro giornale a Modena e Torino, va ricordato innanzitutto il convegno organizzato a Trieste dal Club del Braille a Trieste, con la partecipazione, tra gli altri, di Mario Barbuto e Tommaso Daniele, presidente nazionale e presidente onorario dell’UICI, insieme a Pedro Zurita, già segretario generale dell’Unione Mondiale dei Ciechi e a Guido Dell’Acqua del Ministero di Istruzione, Università e Ricerca.
«Il Braille – sottolinea Mario Barbuto – è un sistema che aiuta più di trenta milioni di ciechi nel mondo e che è diventato la vera e propria “vista” dei non vedenti. Come infatti i vedenti usano gli occhi per leggere qualsiasi libro e giornale, noi abbiamo il Braille, unico strumento che consente un accesso diretto e non mediato alla cultura».
«Louis Braille – continua il Presidente dell’UICI – è stato autore di un’autentica rivoluzione sociale, che ha avuto benefìci e incalcolabili effetti su milioni di persone non vedenti in tutto il mondo, consentendo non a singole personalità di ciechi, ma a tutti i privi di vista, di avviare il faticoso processo di riscatto morale, civile, sociale e culturale. Noi tutti continuiamo a manifestare infinita gratitudine a questo cieco che deve considerarsi tra i geniali benefattori dell’umanità. È giusto, quindi, che egli riposi nel Pantheon di Parigi, ove sono accolte le ceneri degli eroi ed è legittimo che nel 1952 l’ONU abbia proclamato il Braille come “Sistema Universale di Scrittura e di Lettura dei Ciechi”».
«Tuttavia – conclude Barbuto – è necessario l’aiuto della scuola, della società e delle Istituzioni, per insegnare e diffondere l’alfabeto Braille ed è anche per questo che abbiamo chiesto il sostegno di Piero Fassino, presidente dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), poiché vorremmo che in ogni città e in ogni paese d’Italia ci fosse una via o una piazza dedicata a Louis Braille, ricordando a tutti la genialità di “colui che vinse il buio indicando ai ciechi le vie della cultura”». (C.G. e S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Chiara Giorgi (c.giorgi@i-mage.com).
Articoli Correlati
- Braille contro Tecnologia: ma è veramente una partita da giocare? «Da tempo si dice che il codice di letto-scrittura Braille sia “alla resa dei conti”, che debba vedersela con la tecnologia. Ma è proprio così? È veramente quest’ultima l’avversario da…
- L'integrazione scolastica oggi "Una scuola, tante disabilità: dall'inserimento all'integrazione scolastica degli alunni con disabilità". Questo il titolo dell'approfondita analisi prodotta da Filippo Furioso - docente e giudice onorario del Tribunale dei Minorenni piemontese…
- Sordocecità, la rivoluzione inclusiva delle donne Julia Brace, Laura Bridgman, Helen Keller, Sabina Santilli. E poi Anne Sullivan. Le prime quattro erano donne sordocieche, la quinta era “soltanto” quasi completamente cieca, ma non si può parlare…