Per chi quel libro l’aveva praticamente visto nascere, è un particolare piacere, oggi, segnalare il ritorno in libreria della Contea dei ruotanti, quella “fiaba moderna” di un’Italia divisa in macroregioni e piccole contee, una delle quali tutta governata da persone con disabilità e interdetta ai “camminanti”, che il nostro direttore responsabile Franco Bomprezzi, scomparso poco più di due mesi fa, aveva dato alle stampe parecchi anni fa, per l’editore padovano Il Prato. «Una lettura – avevamo scritto a suo tempo – per tentare di guardare alla disabilità con occhi nuovi».
Ebbene, quell’opera, praticamente introvabile anche nella sua riedizione del 2008 (intitolata Handicap Power e uscita per i tipi di LibertàEdizioni), è stata ora ripubblicata dall’editore originario (collana “Gli antidoti”), aggiungendo all’introduzione della nota attrice Lella Costa anche un contributo del giornalista Gerardo Bombonato, amico fraterno e “antico” collega di Franco Bomprezzi.
L’operazione parte da una promessa fatta a Bomprezzi dall’editore padovano Luca Parisato, che si era anche impegnato – ciò che è avvenuto nei giorni scorsi al BUK Festival di Modena – a organizzare alcune pubbliche presentazioni del libro.
Altro dettaglio non certo trascurabile, parte del ricavato dalle vendite verrà devoluto alla Fondazione Arché di Milano, nata per prendersi cura di mamme e bambini con disagio psichico e sociale, della quale Franco era grande amico.
«Franco Bomprezzi – ha dichiarato a tal proposito padre Giuseppe Bettoni, presidente della Fondazione Arché, presso la quale nel prossimo mese di marzo vi sarà un’altra presentazione della Contea dei rutotanti – ci ha insegnato a saper guardare la nostra fragilità. E ciò che di lui poteva sembrare, agli occhi dei più, perdente, umiliante, emarginante, è diventato invece esplosione di vita, si è trasformato in passione, parola, proposta, idea, attenzione, diritti, relazioni. È diventato fecondità! La sua capacità di tradurre in parola efficace e precisa un pensiero, credo proprio che venisse da lì. E lui ci insegna che è solo a partire da lì che possiamo intessere relazioni vere, umane, è solo così che diventiamo credibili, è solo così che il chicco porta molto frutto. La fragilità è come il seme che tende alla luce, è apertura, invocazione, grido, attesa».
E a questo punto ci piace anche riprendere la presentazione editoriale della Contea dei ruotanti, con l’auspicio che siano in molti a leggerne le pagine, anche perché crediamo che il modo migliore per ricordare Franco Bomprezzi e per seguirne l’esempio sia proprio quello di arrivare a conoscerne poco per volta i tanti scritti prodotti in questi anni.
«Questo – scrivono dunque dal Prato – è un romanzo estremamente attuale che guarda la disabilità da un punto di vista originale. Un romanzo di “fantapolitica” che si riallaccia a certa letteratura “utopica”. Ed è infatti un mondo rovesciato quello che propone: in un futuro recente, l’Italia si “balcanizza”, si creano dei piccoli territori autonomi, tra i quali appunto la “Contea dei ruotanti”. Qui tutto è organizzato per la disabilità, ma quando viene “catturato un camminante”, ecco che gli si impone la disabilità, che dev’essere rieducato, deve dimenticarsi di avere l’uso delle gambe. Questa imposizione è la goccia finale, tutto salta. Il Governo della Contea diventa sempre più un regime, le vecchie discriminazioni vengono sostituite da nuove discriminazioni, la guardiana del camminante se ne innamora, la dialettica viene negata».
E ancora: «Che cos’è normalità? Che cosa diversità? Il romanzo di Franco invita a interrogarsi, affronta temi tabù come l’amore e il sesso, punta la luce sulla questione delle barriere architettoniche, propone una riflessione su quella discriminazione frutto della convinzione di essere gli unici depositari di una verità e di avere il diritto-dovere di imporre a tutti una sola – la propria – visione dell’essere nel mondo». (Stefano Borgato)
Franco Bomprezzi, La contea dei ruotanti, Saonara (Padova), Il Prato, 2014, 144 pagine, 10 euro (in libreria dal 19 febbraio).
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