Alessio, Manuele, Santo, Maria: sono alcuni dei giovani e meno giovani che il giorno di martedì grasso, vestiti in maschera, hanno sfilato a Piazza Politeama, nel centro di Palermo. E tranne qualche passante incuriosito, nel “salotto buono” della città è prevalsa l’indifferenza tipica di un centro metropolitano.
Quasi tutti erano vestiti da pagliacci con abiti e parrucche multicolore, realizzati da loro insieme agli operatori dell’AVOFID di Villabate (Associazione Volontari Famiglie Italiane Disabili). Si tratta infatti di persone con disabilità, tutte molto gravi, che presentano patologie di tipo cerebrale. A seguirle per la piazza, mentre ridevano e scherzavano, oltre ai sette operatori dell’Associazione, c’era Rossella Proietti, presidente dell’AVOFID e mamma di Manuele.
Ha tante cose da dire Proietti proprio sulla carenza di attenzione e di servizi nei confronti delle persone con disabilità: «Oggi la prima domanda da porre alle nostre autorità locali e centrali è che cosa dobbiamo farne dei disabili. Per loro non c’è niente, mancano tutti i servizi e proprio per questo sono già “in eutanasia”, perché li stiamo uccidendo ogni giorno a poco a poco. Li uccidiamo con la nostra indifferenza, con il nostro individualismo e con la disattenzione di chi ha altro di cui occuparsi. Non bastano e non servono a niente le realtà che lavorano sui progetti di pochi mesi perché quello che manca è la continuità di iniziative davvero in grado di inserire il disabile».
«Ricordiamoci – ha aggiunto la presidente dell’AVOFID – che sono persone che hanno una marcia in più. Dobbiamo uscire dalla logica che il disabile è soltanto quello che vedi relegato in sedia a rotelle. Le prime barriere da abbattere sono proprio quelle mentali della nostra società».
I giovani che frequentano il centro possono considerarsi forse i più fortunati, ma «dove sono tutti gli altri?», si chiede Proietti. «Al sud ancora molti disabili non esistono per la società perché vivono chiusi e relegati a casa dalle famiglie che, per ignoranza, temono di perdere la loro pensione».
L’AVOFID è nata dodici anni fa e raggruppa persone affette da differenti disabilità. I ragazzi affidati dalle famiglie all’associazione sarebbero tutti pronti per avere già un occupazione lavorativa. «Ma chi se li prende? Dove sono i progetti?», incalza Proietti.
La sede in cui gli operatori lavorano e assistono tutto il giorno queste persone si trova a Fondo Vitale, quartiere popolare e a rischio di Villabate, paese a pochi chilometri da Palermo. Da tempo l’associazione è diventata anche un centro di socializzazione del quartiere: oltre a diciassette persone con disabilità, infatti, essa raccoglie ogni giorno circa trenta ragazzi della zona.
Con il tempo, all’interno dell’AVOFID – grazie all’aiuto degli operatori – i disabili hanno sviluppato una serie di abilità e la capacità di aiutarsi a vicenda. «L’inserimento di una nuova persona spesso viene facilitato proprio dal ruolo integrativo di tutti gli altri», sottolinea Rossella Proietti.
Fra i progetti in cui si è impegnata in passato l’associazione siciliana, ve n’è stato uno di elicicoltura, consistente nell’allevamento delle lumache, promosso con il Comune e realizzato con disabili e ragazzi del quartiere; un’iniziativa personalizzata di educazione alla vita, per creare autosufficienza nelle persone con disabilità; un progetto con la protezione civile di Palermo, con una simulazione teorico-pratica sulle calamità naturali, animata dagli operatori e dai disabili che si sono prestati come “attori” alle prove di salvataggio e con la Croce Rossa, simulando un pronto soccorso.
L’AVOFID ha pure ospitato la Carovana Antimafia, alla quale avevano partecipato Rita Borsellino e molte personalità provenienti da tutta l’Italia. Inoltre, partecipa attivamente a tutte le manifestazioni organizzate contro la mafia svoltesi nella piazza del paese, prendendo parte, tra l’altro, al montaggio di una lapide in memoria dei caduti della criminalità organizzata, con la collaborazione di altre associazioni e delle scuole del territorio.
*Testo già pubblicato da «Redattore Sociale», con il titolo Disabili in maschera a Palermo contro disattenzione e carenza di servizi e qui ripreso per gentile concessione.
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