Uno sciopero della fame per avere risposte sulla disabilità

Accade a Bologna e protagonista dell'iniziativa è Giovanni Battista Pesce, presidente dell'AICE (Associazione Italiana Contro l'Epilessia), che denuncia le mancate risposte dell'Amministrazione Comunale riguardo all'Istruttoria Comunale per il Superamento dell'Handicap e alla richiesta di una mappa cittadina della disabilità, oltre che in ambito di integrazione scolastica e di collocamento mirato al lavoro. Gli risponde il vicesindaco Giuseppe Paruolo, promettendo azioni imminenti e rivendicando una serie di risultati ottenuti negli ultimi anni

Il presidente dell'AICE Giovanni Battista PesceUn’assemblea pubblica che chiuda l’Istruttoria Comunale per il Superamento dell’Handicap, ma anche una “mappa” della disabilità a Bologna, per sapere quante siano le persone con disabilità in città e quali patologie abbiano: è per ottenere soprattutto questo che Giovanni Battista Pesce, presidente dell’AICE (Associazione Italiana Contro l’Epilessia), ha deciso nei giorni scorsi di avviare uno sciopero della fame, protesta che ha raccolto la piena solidarietà della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), cui l’AICE da sempre aderisce.
«Chiedo in particolare – ha aggiunto Pesce – la verifica degli accordi di programma comunali sull’integrazione scolastica e sul collocamento mirato al lavoro delle persone con disabilità e anche che venga dato alla Consulta Comunale per il Superamento dell’Handicap, oltre alla funzione consultiva, il potere di coprogettazione e concertazione».

Facciamo un passo indietro di poco più di un anno. Il 17 e 24 gennaio 2008, infatti, dopo due anni di lavoro della citata Consulta, il Consiglio Comunale aveva appunto indetto un’istruttoria pubblica, per discutere i problemi delle persone con disabilità e stabilire le politiche per i prossimi anni. Dopo oltre tredici mesi, però, non vi è stato alcun seguito a quelle iniziative, nonostante la risposta fosse prevista dallo stesso regolamento dell’Istruttoria. «Uno sciopero della fame – sottolinea dunque Pesce – che è il frutto di una decisione ben meditata e per il quale ho già raccolto anche l’adesione di altre associazioni, pronte a un eventuale “staffetta”».

Ebbene, una risposta alla protesta del presidente dell’AICE – condotta a partire da venerdì 27, sia con lo sciopero della fame che con manifestazioni quotidiane davanti al Municipio – è arrivata da parte del vicesindaco di Bologna Giuseppe Paruolo che ha inviato la seguente lettera a Giovanni Battista Pesce:
«Nel riconfermarle la mia disponibilità ad incontrarla di persona, mi sento in dovere di farle conoscere la mia opinione in merito alle questioni con le quali Lei motiva la grave intenzione di intraprendere uno sciopero della fame.
Prima di tutto credo di averla già informata sul fatto che il Consiglio comunale ha incaricato la V Commissione comunale di concludere l’Istruttoria Pubblica sull’handicap, sulla base del rapporto già pubblicato dalla Presidenza del Consiglio stesso. La Commissione ha calendarizzato una seduta per il 31 marzo e quindi abbiamo la certezza dell’impegno concreto del Consiglio nel voler esprimere gli indirizzi utili a dare le risposte alle questioni e ai progetti proposti dalle associazioni e dai servizi durante l’istruttoria.
In merito alla proposta di far svolgere alla Consulta anche le funzioni di concertazione e coprogettazione, penso che si debba formulare più correttamente la proposta. Infatti per concertare e coprogettare occorre avere due parti, l’amministrazione e le parti in causa, mentre nella Consulta ci sono solo le seconde. Il mio parere è che rappresentanti della Consulta possano relazionarsi con i rappresentanti degli apparati dell’Amministrazione, in un tavolo deputato alla concertazione e alla coprogettazione che, anche in base agli indirizzi regionali, dovrebbe essere più propriamente un tavolo di coordinamento tematico sui disabili dell’Ufficio di Piano».

«Rispetto all’obiettivo di costruire una mappa della popolazione con disabilità – continua la lettera di Paruolo -, in questo mandato il Comune ha intrapreso uno sforzo significativo per adeguare i sistemi informativi, sia in tema di integrazione scolastica (SISM 2), che sui servizi sociosanitari (Garsia), che sugli invalidi civili (RURER). Tutti e tre i sistemi saranno integrati tra di loro ed entreranno in esercizio entro la fine del mandato amministrativo. Confido quindi che alla fine dell’anno potremo avere finalmente un quadro della condizione della disabilità nella nostra città.
Assicuro l’impegno dell’Amministrazione a compiere una verifica con la Consulta sugli accordi comunali di programma sull’integrazione scolastica nelle prossime settimane, sulla base di una proposta che il Settore Istruzione sta completando. In merito al collocamento mirato, che come Lei sa è competenza della Provincia, abbiamo dimostrato nei mesi scorsi un impegno chiaro del Sindaco e della Giunta. Se i risultati non corrispondono ancora ai suoi auspici, ciò non significa che abbiamo rinunciato ad affrontare il problema.
Siamo alla fine di un mandato amministrativo e, come doveroso, stiamo facendo il consuntivo delle cose fatte e di quelle non fatte. Devo dire che il bilancio delle cose fatte, a mio giudizio, è davvero imponente, grazie anche al fatto che la Regione attraverso il Fondo per la Non Autosufficienza ha aiutato i Comuni e le AUSL a fare sistema. Lei mette l’accento su cose non fatte, che in gran parte, come detto, sono in fase di conclusione. Sono certo che le altre questioni ancora aperte possano essere serenamente affrontate assieme».
«Come vede – conclude il vicesindaco – vi sono tutte le condizioni per evitare azioni dimostrative e scioperi della fame: piuttosto mi aiuti a concludere i programmi ancora aperti e a impostare in vista del prossimo mandato le iniziative più opportune [grassetto nostro in tutta la lettera, N.d.R.]».

Una risposta, naturalmente, alla quale dovranno seguire azioni concrete, a partire da quanto promesso con la seduta annunciata per il 31 marzo prossimo. (S.B.)

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