È realmente assurdo e inconcepibile che un bambino affetto da tetraparesi spastica di Cepagatti (Pescara) o una bimba con gravi problemi psicomotori della Valle Peligna (o Conca di Sulmona, nell’Abruzzo centrale), non possano più curarsi perché il malgoverno impedisce loro di ricevere le cure necessarie!
Certo, i genitori di questi bimbi meritano tutta la solidarietà e la comprensione possibili, per la situazione drammatica in cui si trovano, ma va detto che sono tante le famiglie abruzzesi a vivere lo stesso problema, nel silenzio e nel dramma di terribili malattie, perché non hanno la forza e il coraggio che, invece, ha avuto ad esempio la signora Maria Rosa, denunciando pubblicamente questo vergognoso atteggiamento.
A questo punto è necessario ricordare che nel gennaio del 2008 vi è stato un taglio effettuato dal Piano Sanitario della Regione Abruzzo che ha ridotto la spesa per la riabilitazione del 24%. Dal 1° gennaio 2009, poi, il cosiddetto “Piano di Risanamento Regionale” ha tagliato ancora il 13% dei fondi per questo “capitolo”.
A causa dunque del budget molto risicato, diversi Istituti hanno dovuto ulteriormente riorganizzare alcuni servizi, costringendo le famiglie delle persone con disabilità a pagare a proprie spese, a ridimensionare o a sospendere alcune prestazioni fisioterapiche. Già dal settembre del 2008, ad esempio, molti centri fisioterapici hanno interrotto gli interventi riabilitativi, come l’idrokinesiterapia, e non hanno più garantito la gratuità della riabilitazione in piscina.
Forse qualcuno non lo sa, ma la fisioterapia in persone con gravi handicap fisici o psichici può essere molto importante e di fronte a ciò il vantaggio di un’attività di pianificazione sanitaria dovrebbe essere rappresentato dalla possibilità di garantire le prestazioni migliori del Sistema Sanitario, non quella di far pagare le prestazioni ai cittadini che vivono spesso anche sotto la soglia di povertà.
Qualcuno lo chiama “Piano di Risanamento”, qualcun altro “Razionalizzazione della Spesa Sanitaria”, ma al di là delle parole, che servono solo a rispolverare “l’arte della demagogia”, vi è una responsabilità politica gravissima. E anche se in uno stato di diritto c’è la presunzione di innocenza, forse oggi, con un po’ di fantasia, si può capire anche il perché da moltissimi anni la sanità abruzzese sia così sproporzionatamente in deficit.
Nemmeno la recente vicenda di Eluana Englaro sembra avere insegnato nulla. In quell’occasione, infatti, i politici hanno scomodato persino la Costituzione, per apparire, per essere intervistati, tutti o molti gridando allo scandalo, invece di tacere, rispettando il dramma di una famiglia, di una malattia. Nessuno, però, ha proposto una legge per migliorare i servizi da erogare alle famiglie che vivono quella situazione e che spesso sono lasciate sole a vivere la sofferenza!
In Abruzzo, per citare solo qualche episodio, ricordiamo che sono stati bloccati i tesserini di libera circolazione per gli invalidi civili e le pratiche del 2007 relative ai contributi per l’abbattimento delle barriere architettoniche non sono state finanziate.
Forse alcuni amministratori che governano la nostra salute e che percepiscono qualche decina di migliaia di euro al mese, per poi godersi pensioni ricchissime pagate dalle tasse anche dei portatori di handicap, non sanno nemmeno di che cosa stiamo parlando.
Allora, cari amministratori pubblici, prima di legiferare o di eliminare i fondi destinati alla disabilità, provate a vivere tale esperienza, basta un solo giorno! Andate a casa di chi vive con la tetraparesi, la distrofia muscolare, la sclerosi laterale amiotrofica, l’autismo o la sclerosi multipla e vedrete come cambierà anche il vostro scenario!
Chiediamo quindi a Lei, dottor Chiodi, che è Governatore della Regione Abruzzo e che ha ereditato questa situazione, di voltare pagina e di garantire a tutti il diritto alle cure. Diritto che – anche se forse qualcuno lo dimentica – è sancito dalla nostra Costituzione.
*Segretario di Montesilvano (Pescara) della CGIL Funzione Pubblica.
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