Noi lavoriamo, ma gli altri?

Uno spot centrato sulla testimonianza dei cinque imprenditori che hanno assunto altrettante persone con sindrome di Down è stato realizzato dall’AIPD (Associazione Italiana Persone Down), in occasione del Primo Maggio, lanciando in tal modo un forte messaggio di sensibilizzazione, perché continuano ad essere tantissime le persone con sindrome di Down che diventate adulte e dopo un percorso scolastico, restano a casa per mancanza di sbocchi lavorativi e di percorsi di orientamento e inserimento

Giovane con sindrome di Down che lavora al computer

Matteo, Annachiara, Claudia, Enrico e ancora Matteo sono cinque giovani con sindrome di Down, che lavorano a Roma, Pisa, Oristano, Mantova e Reggio Calabria, con un contratto di dipendenti a tempo indeterminato, impegnati in lavori e contesti diversi: una mensa scolastica, un fast food, un ufficio stampa, un supermercato, una segreteria. Mansioni semplici, ma reali e ben organizzate.
Un breve spot, centrato sulla testimonianza dei cinque imprenditori che li hanno assunti, è stato realizzato dall’AIPD (Associazione Italiana Persone Down), in occasione della Festa dei Lavoratori del Primo Maggio, «perché – viene sottolineato dalla stessa AIPD – se “l’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”, come recita il primo articolo della nostra Costituzione, il lavoro dev’essere per tutti i cittadini e quindi anche per le persone con sindrome di Down».

Sono per altro tantissime, come scriviamo da tempo anche nel nostro giornale, le persone con sindrome di Down che diventate adulte e dopo un percorso scolastico, restano a casa per mancanza di sbocchi lavorativi e di percorsi di orientamento e inserimento. Un dato per tutti: solo il 12-13% dei circa 25.000 adulti con sindrome di Down che vivono nel nostro Paese risultano occupati. «È per tutti loro – dichiarano dall’AIPD – che la nostra Associazione si impegna, su tutto il territorio nazionale, cercando di creare percorsi di inserimento lavorativo e di formare personale specializzato per l’accompagnamento e il tutoraggio sul posto di lavoro».
In tal senso viene ricordato il più recente progetto promosso in questo settore, denominato Lavoriamo in rete – Percorsi di inserimento lavorativo nei territori del Sud, già presentato ampiamente qualche mese fa dal nostro giornale. «Esso coinvolge trentacinque persone con sindrome Down del Sud Italia e delle Isole – spiegano dall’AIPD – in una fascia d’età compresa tra i 18 e i 29 anni. L’obiettivo di tale progetto, che è sostenuto dalla Fondazione CON IL SUD, è appunto quello di incrementare la motivazione, la consapevolezza, la capacità e l’occupabilità delle persone con sindrome di Down, soprattutto nel Meridione e nelle Isole, territori colpiti più degli altri dalla disoccupazione». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Ufficio Stampa AIPD (Marta Rovagna), ufficiostampaaipd@gmail.com.

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