«Ascolti me, questi ragazzi non ce la possono fare!»

Più o meno questo ha detto un operatore di Trenitalia a un’educatrice professionale - rimarcando la propria «superiore esperienza»... - quando si è rifiutato di emettere biglietti singoli ad alcuni giovani con sindrome di Down diretti a Venezia per un weekend all’insegna dell’autonomia. Come minimo si attendono le scuse di Trenitalia, se non corsi di formazione (e di buona educazione) per il personale. Altrimenti resta la legge contro la discriminazione delle persone con disabilità
Il gruppo di giovani con sindrome di Down dell'AIPD della Marca Trevigiana discriminato dagli operatori di Trenitalia
Sempre emozionati per il fatto di poter finalmente vivere il loro weekend a Venezia all’insegna dell’autonomia, ma non certo felici per il trattamento ricevuto alle stazioni ferroviarie di Conegliano (Treviso) e Mestre, i sette giovani con sindrome di Down dell’AIPD esprimono tutta la loro amarezza nella foto scattata davanti alla stazione di Venezia-Santa Lucia

Primo “round” di discriminazione: il 16 maggio sette giovani dell’AIPD della Marca Trevigiana (Associazione Italiana Persone Down), si recano insieme a un’educatrice e a una volontaria alla biglietteria della stazione di Conegliano (Treviso), per acquistare i biglietti del treno in partenza mezz’ora dopo per Venezia. Lo fanno perché utilizzando la Carta Blu di Trenitalia, che consente agevolazioni alle persone con disabilità, non si può fare il documento di viaggio online o alle biglietterie automatiche, ma solo allo sportello.
I giovani attendono in fila il loro turno, ma quando questo arriva, l’operatore si rifiuta di emettere i loro biglietti, sostenendo che «sono lenti e fanno perdere il treno agli altri passeggeri». A nulla valgono le lamentele delle accompagnatrici, perché l’operatore stesso invita le persone dietro di loro ad avvicinarsi, cosicché il gruppo deve attendere più di un’ora per il treno successivo.

Secondo “round” di discriminazione: abbattuti, ma sempre emozionati per il weekend di autonomia che li aspetta nella città lagunare, i giovani si fermano a Mestre per lasciare i bagagli e si recano alla biglietteria della stazione per raggiungere Venezia. Nemmeno qui, però, la musica cambia! Quando infatti si avvicina una ragazza con sindrome di Down, chiedendo due biglietti, l’operatore si rifiuta di emettere biglietti singoli. L’educatrice spiega che quel gruppo sta seguendo un percorso di autonomia e l’uomo risponde: «Ascolti me che ho più esperienza di lei, questi ragazzi non sono in grado di imparare. Se fate voi per loro fate un favore alla comunità». Amareggiati prendono i loro biglietti cumulativi e se ne vanno senza fare troppe polemiche.

A denunciare questi fatti è la stessa AIPD della Marca Trevigiana, i cui rappresentanti si dichiarano «delusi e indignati per questi due episodi di discriminazione ai danni di persone con sindrome di Down che chiedevano solo di essere passeggeri come tutti gli altri e come tutti gli altri si erano messi in coda».
«Abbiamo ancora molta strada da percorrere – commenta il presidente dell’Associazione Giuseppe Capitanio – prima di arrivare a una vera inclusione. Le persone con disabilità intellettiva hanno il diritto di utilizzare i mezzi pubblici, di muoversi in autonomia e di fare acquisti, senza che un operatore di Trenitalia si prenda la libertà di proibirglielo. Ci aspettiamo delle scuse dagli interessati e proponiamo loro di sensibilizzare il personale con un progetto ad hoc».
Grande amarezza e delusione, anche sul piano professionale, viene poi espressa dalla coordinatrice dell’AIPD trevigiana Eliana Pin, che afferma: «Sono troppe le persone che si prendono il diritto di giudicare il nostro lavoro, senza conoscerlo e senza sapere che per praticarlo ci vogliono dei titoli di studio, degli aggiornamenti e dei corsi continui, oltre che esperienza. Non ci si improvvisa educatori, assistenti sociali o professionisti del sociale e non ci si può permettere di vantare la propria esperienza in un altro campo. Ma quale esperienza? Nessun esperto etichetterebbe a colpo d’occhio una persona con disabilità come incapace. Adesso basta, è ora di vedere questi ragazzi prima di tutto come persone, invece di fermarsi sempre ai loro limiti. Sanno fare molte cose e vi assicuro che i ragazzi in questione sono capacissimi di acquistare un biglietto del treno senza dare fastidio a nessuno».

Mentre dunque l’Associazione coinvolta ha già provveduto a inviare i propri reclami scritti a Trenitalia, attendendo risposte, ma soprattutto delle scuse, da parte nostra non possiamo non notare quanto strida la contraddizione tra comportamenti del genere e il grande evento dei prossimi giorni a Roma che, come abbiamo scritto in altra parte del giornale, diventerà realmente la “capitale della disabilità intellettiva”, con circa 330 persone che arriveranno da tutta Europa, per il Congresso dell’Associazione Inclusion Europe, a discutere soprattutto su come rafforzare l’auto-rappresentanza delle persone con disabilità intellettiva.
E del resto, proprio in tale occasione, si racconterà che tuttora ventuno Paesi Membri dell’Unione Europea non consentono alle persone con disabilità intellettiva di votare o di candidarsi, mentre i bambini con disabilità intellettiva sono spesso costretti a ricevere un’istruzione peggiore rispetto ai coetanei e le loro famiglie si trovano in condizioni di povertà a causa della mancanza di supporti adeguati per la cura dei propri figli.
Non c’è quindi da stupirsi molto – purtroppo – per il comportamento e le frasi vuote pronunciate dagli operatori di Trenitalia di Conegliano e Mestre. Come minimo, però, arrivino le scuse della Società e magari, seguendo il consiglio del Presidente dell’AIPD trevigiana, si organizzino corsi di formazione (e di buona educazione). Altrimenti, mai scordarlo, c’è sempre, da quasi dieci anni, la Legge 67/06 che recita: Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni. (S.B.)

Dopo la stesura di questo nostro articolo, abbiamo appreso che dalla direzione di Trenitalia le scuse sono arrivate, oltre all’assicurazione che verròà fatto chiarimento sulle vicende denunciate dall’AIPD. Ne prendiamo atto.

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: aipdmarcatrevigiana@libero.it; info@aipdmarcatrevigiana.it.

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