Vale certamente la pena di utilizzare i pochi giorni che restano, sino al 21 giugno, per visitare nel foyer del Museo Ettore Fico di Torino (Via Cigna, 114, accesso gratuito), l’interessante mostra di installazione denominata Silenzi, realizzata presso i laboratori di fotografia (Mirino) e di falegnameria (Saltimbanco) dell’Associazione Culturale I Buffoni di Corte, da anni impegnata in attività artistiche insieme a persone con disabilità intellettiva, come abbiamo anche raccontato qualche tempo fa, in un’ampia intervista con il presidente di essa Luca Nicolino.
L’idea di tale esposizione è nata da una riflessione sulle cause principali che hanno portato ad avvenimenti tragici nel mondo, quali la fame, lo sfruttamento minorile, la violenza, le guerre, l’inquinamento, il maltrattamento sugli animali e l’alterazione del territorio. Da ciò si è via via sviluppata la rappresentazione di tali temi attraverso l’elaborazione digitale di una serie di immagini e la creazione di cornici particolari, cercando in ogni singola installazione di denunciare l’avvenimento drammatico prescelto.
«Le nove opere in esposizione – sottolinea Nicolino, che oltre a presiedere I Buffoni di Corte, è anche fotografo professionista e conduttore del Laboratorio Mirino – desiderano evidenziare come spesso le persone mostrino un atteggiamento disinteressato e indifferente nei confronti di queste situazioni terribili. Sono pochi, infatti, coloro che si sentono implicati e responsabili. Vorremmo avere la forza per essere testimoni di ogni atrocità, e invece teniamo gli occhi ben chiusi. Vorremmo avere la determinazione per ascoltare i richiami disperati, e invece le nostre orecchie sono sorde. Vorremmo avere il coraggio per denunciare tutte le ingiustizie, e invece dalle nostre bocche non esce un filo di voce». E aggiunge: «È un po’ come se, nascosti e al riparo nei nostri nidi protetti, avessimo perso il senso di responsabilità nei confronti del prossimo. La cultura del benessere, che spesso ci porta a pensare unicamente a noi stessi, contribuisce a renderci insensibili e ci conduce all’indifferenza globale. Siamo inconsapevolmente in attesa di qualcosa che deve accadere, un fatto che forse scuoterà le nostre anime, ma per adesso intorno a noi ci sono soltanto silenzi, i “silenzi della coscienza”». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficio.stampa@ibuffonidicorte.it (Valentina Cocchi).
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