Sono ben quindici, in questi mesi, le manifestazioni dell’orgoglio LGBT (Lesbico, Gay, Bisessuale, Transessuale), che costituiscono quest’anno l’Onda Pride (in cui l’acronimo LGBT diventa per altro LGBTQI, estendendosi anche a Queer e Intersessualità), grande e colorata mobilitazione nazionale, nata per rivendicare diritti e uguaglianza per le tutte le persone, senza discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere.
Alcune di tali iniziative si terranno il prossimo 27 giugno, e proprio in vista di tale occasione, a Bologna, è nato il Gruppo Jump LGBT – Oltre tutte le barriere, composto da persone LGBT con disabilità.
«Le persone gay che hanno anche una disabilità – spiega il referente del Gruppo Pierluigi – subiscono spesso una discriminazione multipla, con le difficoltà comunemente legate all’omosessualità che possono moltiplicarsi. Si pensi, ad esempio, a una giovane donna lesbica non dichiarata in famiglia: se non è autonoma a causa di una disabilità fisica, come può vivere liberamente la propria affettività? Dovrebbe chiedere ai genitori di accompagnarla in un locale gay?».
Il rischio principale, quindi, è proprio l’isolamento e in tal senso Jump, nato all’interno del Circolo Arcigay Cassero di Bologna, vuole essere innanzitutto un luogo di socializzazione e incontro per le persone LGBT con disabilità. «Non si tratta però di ghettizzarsi ulteriormente – sottolinea Pierluigi – in una “minoranza nella minoranza”, bensì di offrire quello che viene chiamato “supporto tra pari”, cioè uno scambio di esperienze tra persone che vivono situazioni simili. Vogliamo cioè poter dire a chi ancora si nasconde, a chi pensa di essere l’unico disabile omo/bisessuale o trans, che in realtà non è da solo. Noi ci siamo e lottiamo per il nostro diritto a una vita indipendente, anche sul piano dell’affettività e della sessualità».
Il primo “salto” da fare per arrivare a ciò è certamente quello culturale, dal momento che la cosiddetta “omodisabilità” – indagata proprio dall’Arcigay già nel 2007, con la ricerca denominata Abili di Cuore, cui anche il nostro giornale aveva dedicato a suo tempo un ampio approfondimento – è una realtà ancora poco conosciuta, sia tra le famiglie e gli operatori che all’interno della stessa comunità LGBT. Il Gruppo Jump intende perciò fare rete con gli altri gruppi e associazioni – sia LGBT che di persone con disabilità – organizzando eventi formativi, proiezioni di film e altre attività culturali mirate ad abbattere la “barriera” di pregiudizi e stereotipi.
Oltre alle barriere culturali, ci sono poi – come potrebbero mancare! – anche quelle fisiche e «pure su queste stiamo lavorando», spiega Pierluigi, ricordando che «lo stesso Circolo Cassero, che ci ospita – e che rappresenta il centro della comunità LGBT bolognese e non solo – ha sede in un luogo molto suggestivo, che però presenta purtroppo ancora grossi problemi di barriere architettoniche. I volontari del Circolo si attivano, per quanto possibile, ma i lavori strutturali sarebbero di competenza del Comune. Basti dire che alcuni di noi, in carrozzina, per riuscire a raggiungere il Cassero devono aspettare che arrivi un passante a dar loro una spinta su per la salita. Oltre che umiliante, questa è una situazione che può configurarsi come discriminatoria in base alla Legge 67/06 [“Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni”, N.d.R.]».
Le barriere, dunque, culturali e materiali, non mancano di certo, ma al nuovo Gruppo non mancano nemmeno il coraggio e la determinazione, intuibile sin dal nome scelto. «Un gruppo di disabili che si chiama Jump, “salto”? Sembra un paradosso – dice Pierluigi – o una presa in giro. Forse per questo ci è piaciuto come nome, perché ci ricorda una cosa impossibile. E l’impossibile va tenuto d’occhio: per i nostri nonni, infatti, girare per la città su una carrozzina poteva sembrare impossibile, così come due gay non potevano andare in giro tenendosi per mano. E invece oggi, Persone con Disabilità e Persone Omosessuali, sfiliamo per le strade partecipando al Pride. Oltre tutte le barriere». (S.B.)
Il Gruppo Jump si incontra ogni due giovedì (ore 17-19), presso il Circolo Arcigay Cassero di Bologna (Via Don Minzoni, 18). Per ulteriori informazioni e approfondimenti: gruppojump@gmail.com.
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