Giulio Tremonti ha alzato bandiera bianca. Il cinque per mille aggiuntivo per lo Stato – lo ha stabilito il Consiglio dei Ministri tenutosi all’Aquila – non entra nel pacchetto di misure varate dal Governo per fronteggiare l’emergenza causata dal terremoto in Abruzzo dello scorso 6 aprile.
Una retromarcia a sorpresa (ancora ieri mattina il «Corriere della Sera» rilanciava l’ipotesi di un cinque per mille pro Abruzzo, totalmente sganciato, però, da quello ordinario) che il ministro dell’Economia ha fatto a malincuore. «Quando ho fatto l’ipotesi del cinque per mille – ha spiegato – non era per togliere al volontariato, ma per aggiungere qualcosa per l’Abruzzo. La scelta successiva è stata quella di rinunciare a questa misura perché la vena polemica radicalizza tutto. Se alla fine ci potevano essere più soldi e ce ne saranno meno, si ringrazino i polemici della politica», ha dichiarato Tremonti a margine del Consiglio dei Ministri.
Poco a che fare con la politica, a dire il vero, ha avuto la massiccia mobilitazione dell’intero Terzo Settore contro un provvedimento che avrebbe inevitabilmente drenato risorse al non profit e in particolare, paradossalmente, a molte realtà che in questi giorni si sono attivate nell’emergenza post sisma. Una mobilitazione che si è concretizzata anche attraverso le oltre duemila firme di cittadini, associazioni, aziende e enti pubblici, raccolte da una petizione lanciata da «Vita.it. La voce del non profit» il 14 aprile scorso.
Al cospetto di un fronte così compatto e motivato, il Governo ha quindi scelto di cassare l’idea di Tremonti. Nel provvedimento approvato si stabilisce invece che le donazioni che verranno fatte da imprese e privati a favore degli interventi post-terremoto saranno deducibili dalle tasse. Ma attenzione: le erogazioni liberali scontabili sono quelle fatte «per il tramite della Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento Protezione Civile ovvero da altri enti appositamente individuati».
La maggior parte delle risorse destinate alla ricostruzione in Abruzzo (circa 5 miliardi di euro), proverranno da tre fondi: il cosiddetto “Fondo Letta”, attivato presso la Presidenza del Consiglio, il Fondo Infrastrutture e quello per gli Ammortizzatori Sociali. Un miliardo ciascuno saranno poi messi a disposizione dagli enti previdenziali e dalla Cassa Depositi e Prestiti (si tratta di mutui autorizzati e non utilizzati). Parte del miliardo e mezzo di euro destinato all’emergenza sarà infine ricavata da una nuova lotteria istituita per l’occasione.
*Testo già apparso in «Vita.it. La voce del non profit» con il titolo Abruzzo, fermato Tremonti e qui ripreso per gentile concessione.
Articoli Correlati
- Niente su di Noi senza di Noi, nemmeno in caso di terremoto Le persone con disabilità vengono colpite spropositatamente in caso di disastri naturali e conflitti: ad esempio, dopo un terremoto come quello dell'aprile scorso in Abruzzo, possono sperimentare un'esacerbazione di situazioni…
- Emozionante l’entusiasmo dei bambini dell’Aquila! «Quest’area gioco dev’essere un modello cui ispirarsi per “ri-costruire” l’Aquila, che dovrà diventare una città a misura di tutti, aperta, senza barriere, né fisiche, né culturali. E anche la dimostrazione…
- Quelle scosse che rimangono nell’anima «Può tornare tutto alla normalità per chi ha vissuto il terremoto in prima persona?». «No - risponde Fulvia Reggiani, donna con disabilità di Mirandola (Modena), della quale presentiamo una toccante…